“Introdurre nell'offerta formativa il contributo critico delle teorizzazioni femministe, omosessuali, lesbiche, queer e trans* allo studio del potere, della politica e delle relazioni sociali”. Questo è l’obiettivo del corso di Teorie di genere e queer istituito per la prima volta nel 2023 e confermato quest’anno all’Università di Sassari e tenuto dall’attivista Lgbt Federico Zappino. Una novità che non è passata inosservata e che ha immediatamente scatenato polemiche, sulla scia di quanto accaduto all’interno di altri atenei.
Il primo a scagliarsi contro il corso sulle teorie di genere e queer è stato il deputato Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera. L’esponente della Lega ha evidenziato, citando quanto risulta dal sito dell’università, che per potersi preparare opportunamente all’esame bisognerebbe acquistare alcuni libri, tra cui alcuni del professore e uno dello storico attivista Mario Mieli: “Quel Mario Mieli che sdoganò la pedofilia con frasi aberranti che tutti ricordiamo”. Per Sasso “si è davvero oltrepassato ogni limite: con soldi pubblici si fa espressamente e volutamente insegnamento di ideologia gender e teoria queer” e per questo motivo ha invocato l’intervento del ministro dell’Università Anna Maria Bernini.
Ma non è tutto. Sulla stessa lunghezza d’onda Pro Vita e Famiglia, che ha definito “inconcepibile” l’istituzione del corso all’università di Sassari – finanziata con i soldi dei contribuenti – rimarcando che il professor Zappino ha ammesso, difendendola, l’esistenza della teoria gender all’interno di università e scuole: “Chiediamo al Ministro Anna Maria Bernini un accertamento sulla scientificità di questo corso: dopo questo caso e quello dell’Università di Roma Tre con il ‘laboratorio per bambini trans’ è ora di bloccare la deriva gender che vuole trasformare gli Atenei italiani in campi di sperimentazione sociale di massa”.
Zappino, noto per aver tradotto le opere di Judith Butler , ai microfoni della Nuova Sardegna ha puntato il dito contro la recrudescenza dei rapporti sociali improntati sul maschilismo, sulla discriminazione razziale e di genere, sul patriarcato, stigmatizzando senza mezzi termini la – presunta - narrazione suprematista, razzista, eterosessista, transfobica dei governi di destra: “La retorica di Trump negli Usa, Orban in Ungheria, e in Italia con Meloni non ci facciamo mancare nulla. Gender è diventata la parola da combattere.
La famiglia naturale, con la ripartizione tradizionale dei ruoli uomo-donna, è il valore da difendere”. Attacco frontale anche alla risoluzione del già citato Sasso che promuove linee guida che escludano l'ideologia gender dall'educazione sessuale nelle scuole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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