Difendiamoci dall'ateismo fluido che stravolge la parola di Dio

Il 9 aprile, nella sede episcopale di Mvolyé (Camerun), il cardinale Robert Sarah ha lanciato una richiesta ai trenta vescovi del Paese per la prossima sessione del Sinodo

Difendiamoci dall'ateismo fluido che stravolge la parola di Dio
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Il 9 aprile, nella sede episcopale di Mvolyé (Camerun), il cardinale Robert Sarah (nella foto) ha lanciato una richiesta ai trenta vescovi del Paese per la prossima sessione del Sinodo: difendere la verità da quello che definisce «ateismo fluido», la cui essenza «è la promessa di un accomodamento tra la verità e la menzogna». L'aggettivo è azzeccato. La teoria della fluidità di genere non è forse il tentativo di tenere insieme la verità della libertà individuale e la menzogna dell'inesistenza di differenze biologiche tra i sessi? La teoria del multiculturalismo non è lo sforzo di fare esistere allo stesso tempo le diverse culture, che dovrebbero convivere, e nessuna vera identità culturale, che altrimenti impedirebbe qualsiasi tentativo di mescolamento?

Anche l'ateismo si è evoluto e al positivismo dei «nuovi atei», ubriachi di verità scientifica, si sostituisce la «sonnolenza della fede». Ecco l'intuizione, le teorie fluide sono «sonnolente». Sarah avverte: si è passati dal culturismo filosofico fatto di sistemi, proclami alla luce del sole e battaglie campali contro Dio, alla mollezza vigliacca che si infiltra in ogni ambito. È la cura a base di veleno di Raspútin, solo che invece di diventare immuni alle menzogne, finiamo per essere repellenti alla verità. La verità è diventata così stupefacente da essere incredibile e la menzogna così orecchiabile da sembrare verosimile. Ma i vescovi non devono ingaggiare una guerra, ricorda il cardinale. La fede «è fonte di gioia» anche se la Chiesa «sta morendo infestata dall'amarezza». Lo vediamo ovunque.

L'ateismo fluido è la vittoria dell'insofferenza, della rabbia e dell'arroganza, quella di chi vuole correggere la parola stessa di Dio, a seconda dei contesti, dimenticandosi del monito di Isaia: «E un vaso può dire del vasaio: Non capisce?».

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