Lei e Walter trascorrono la maggior parte del tempo nel grande giardino che si stende placido davanti alla palazzina di famiglia, nel West Brompton. Non se la passano affatto male: quella è una delle zone più esclusive di Londra. Papà Edmond è un affermato industriale. Mamma discende da una famiglia di facoltosi mercanti che conta anche un ramo nobile. A sorvegliare i pargoli, solerti, tre governanti dall’espressione esausta. Perché Beatrix Potter e suo fratello non si fermano un istante. Limano quella solitudine generata da genitori sempre assenti, abitandola con una quantità di animali. Le tate impazziscono, perché non si tratta soltanto di cani e gatti. Quei due fanno entrare in casa coniglietti, porcospini e finanche pipistrelli. Beatrix spesso inforca matite e pennelli e improvvisa rudimentali disegni.
Lake District, la prima scintilla
C’è comunque un momento solenne in grado di unificare tutta la famiglia. Le trasferte estive meticolosamente organizzate dal 1871 in poi (quando Beatrix ha soltanto cinque anni) nel nord del Regno Unito. La natura incontaminata che dilaga in queste zone diventa in fretta palestra emotiva per la piccola Potter. È, dapprima, un avvicinamento incerto. L’accelerazione interiore la alimentano un posto e un incontro particolari.
A Lake District fanno la conoscenza del vicario, Hardwicke Rawnsley, un uomo che intravede nella sconcertante bellezza circostante un passepartout per la felicità. Confrontandosi a lungo con Beatrix, la invita a coltivare le sue passioni e le chiede di impegnarsi per preservare l’integrità di quella natura. È un’opera di sensibilizzazione che si infilerà, deflagrante, tra i pensieri già svelti della ragazzina.
Beatrix la botanica e le barricate del mondo accademico
Bisognerebbe essere lì, in quello studio che affaccia sul viale d’accesso principale dei Kew Gardens, per leggere tutte le pieghe del viso di William Turner Thiselton Dier. Il direttore è un uomo compito e retrivo. Accoglie per solito con inscalfibile prudenza qualsiasi spinta al cambiamento. Figurarsi se a proporla è una donna. Così quando – è il 1885 – stringe tra le mani una ricerca della Potter, per prima cosa trasalisce. Come si può essere – riflette, le dita rese tremolanti da un accesso di rabbia – così impudenti? Che vuole saperne, questa, di geminazione e ibridazione dei funghi?
Turner straccia l’elaborato, avvampando. Eppure il saggio di Beatrix è scientificamente fondato e acuto. Il sesso dell’autrice però ne determina la derubricazione a delirante fantasticheria. Servirà l’appoggio di uno zio, Sir Henry Enfield Roscoe, affinché la teoria possa essere esposta davanti alla comunità accademica. Che comunque la scruta con sdegno. Ci vorrà un secolo per riabilitare il merito: nel 1997 la Linnean Society si scuserà pubblicamente con lei. Tardi, ma certo meglio che mai.
Un’intuizione a forma di coniglio
La carriera scientifica è dunque un terreno friabile. Beatrix comprende che disincrostare quelle stratificazioni di maschilismo esasperato è una missione impraticabile. Senza lasciare che lo sconforto prevalga, decide di correggere quel destino avverso intraprendendo una traiettoria che la seduce da quando ha memoria. È venuta su leggendo le favole dei fratelli Grimm e le suggestioni di Andersen. Si è abbeverata dai racconti di Esopo. Si commuove con Shakespeare e le luccicano gli occhi quando si imbatte nel tratto di John Tenniel (l’artista scelto da Lewis Carrol per i suoi libri).
Lei ha sempre maneggiato la materia, dilettandosi dapprima con i biglietti natalizi illustrati, quindi con le lettere inviate ad amici e parenti. La svolta, inconsapevole, arriva quando decide di scrivere una storiella per Noel, il figlio di una delle sue ex governanti. Nasce così la favola di Peter, il coniglietto con il panciotto blu. Sarà il suo lasciapassare per il successo.
Una narratrice indomabile
Dalla scrittura alla pubblicazione però, passa una differenza sostanziosa. Quando scocca il 1900, preso coraggio, Beatrix tamburella alla porta di un gran numero di editori, ma la risposta è ogni volta deprimente. Non può, tuttavia, deglutire un altro calice amaro. Così racimola in fretta una somma che le consente di autopubblicarsi il libro, in bianco e nero. È un rudimentale self publishing che sortisce effetti dirompenti. Potter vende tutte le 250 copie stampate. Il suo è un baluginio che freme per essere notato.
Su di lei punta l’editore Frederick Warne & Co., offrendole di pubblicare l’opera, ma a colori e in formato ridotto, più maneggevole per i bambini. Il successo che ne consegue è clamoroso. Frederick, inizialmente scettico rispetto all’appeal di questa fetta di mercato, deve ricredersi. Potter comincerà a pubblicare un libro all’anno: seguiranno la storia di Nutkin scoiattolo e Il Sarto di Gloucester. Come fare la rivoluzione a colpi di fiabe.
Sposarsi solo per amore: un’altra regola infranta
La frequentazione della casa editrice è galeotta. Potter conosce il figlio del capo, Norman Warne, e intraprende con lui una relazione sempre più intensa. Quando arriva una proposta di matrimonio, i genitori di lei arricciano il naso: sfornito di sangue blu, quel tipo non può considerarsi papabile. Peccato che Beatrix se ne freghi ampiamente. Infrangendo un’altra regola incisa a fuoco dentro a una società ingessata, diventa la moglie di Norman. Non durerà a lungo purtroppo, perché lui morirà poco dopo, appena compiuti i 37 anni, a causa di un'infida leucemia.
Insieme avevano progettato di acquisire Hill Top, una proprietà nel nord del Regno, in quei posti che lei ha amato così a lungo. Beatrix decide di andare comunque avanti e si trasferisce nel Lake District dove, con i proventi dei libri venduti, si mette ad acquistare terreni e a popolarli di animali. Qui, durante le trattative, conosce un avvocato premuroso di nome William Heelis. Lo snobismo dei suoi tenta di intralciare anche questa relazione, ma ancora una volta lei sceglie da sola e si risposa.
Beatrix, la paladina dell’ambiente
Questo nuovo pezzo di vita - immersa nella natura che più ama, a fianco dell’uomo che voleva – è un balsamo che la ripaga di tutti i lividi passati. Più che mai ispirata, Beatrix scrive prolificamente, dando alle stampe storie come La papera Jemina e Mister Todd. È un lascito che fa sgranare le pupille dei bambini in tutto il mondo. Potter è portatrice sana di sogni lucidi.
Ma c’è un’altra eredità che questa donna pervicace metterà a disposizione di chiunque.
Per tutto il resto della sua vita alterna la scrittura e le illustrazioni a una dedizione totale per Lake District, continuando a espandere le sue proprietà. Quando se ne andrà, in un freddo giorno di dicembre del 1943, donerà tutto quel patrimonio al National Trust. Sarà l’ultimo illuminato gesto di una creativa controcorrente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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