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Egoisti anche post mortem

Aumentano i “no” alla donazione degli organi, negando a un malato la possibilità di continuare a vivere

Egoisti anche post mortem
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Una notizia buona e una cattiva. La prima è che, in tema di donazione degli organi, la maggioranza degli italiani è ancora ( fino a quando?) favorevole al “si’”; quella cattiva è che i “no” sono in netta crescita. Un segno dei tempi: siamo egoisti anche post mortem, incapaci di essere altruisti perfino quando questo sentimenti non ci “costerebbe” nulla, una solidarietà gratis, visto che ormai siamo defunti. E invece no, anche nella bara pensiamo solo a noi stessi, negando a un malato la possibilità di continuare a vivere.
È questa la sconfortante conclusione che si deduce dall’aumento dei “no” degli italiani alla “donazione degli organi e tessuti” registrati al momento del rinnovo della Carta d'identità elettronica (Cie); per fortuna in percentuale assoluta continuano a prevalere i “sì”: magra consolazione, ma nell’era del cinismo bisogna accontentarsi. Sta di fatto che dall’1 gennaio al 31 marzo le opposizioni alla donazione sono salite del 3,4% rispetto al 2024, mentre le astensioni sono calate dello 0,6%. Su circa 950mila dichiarazioni, in 380mila (39,7%) hanno scelto di opporsi al prelievo degli organi dopo la morte, mentre 570mila (60,3%) hanno dato il proprio consenso.
Una realtà in chiaroscuro che emerge dal report del Centro nazionale trapianti (Cnt) diffuso in vista della Giornata della donazione dell'11 aprile.

La città più altruista? Trento che consolida un primato virtuoso che dura da anni:l (73,6% sì, 22,4% no, astenuti 32,4%); seguono Sassari e Verona. Speriamo che il resto d’Italia segua il loro esempio. Ricordando sempre che un giorno ad avere bisogno della generosità altrui potremmo essere noi.

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