"Fanno i fenomeni e poi...". Su Ferragni è scontro Porro-Cruciani

A Quarta Repubblica torna "un tavolo per due". Le posizioni (distanti) dei due conduttori sul pandoro-gate dei Ferragnez

"Fanno i fenomeni e poi...". Su Ferragni è scontro Porro-Cruciani
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Nicola Porro e Giuseppe Cruciani. A Quarta Repubblica torna il “tavolo per due”, appuntamento ormai fisso del programma di Rete4. I due giornalisti hanno commentato l’intervista che il vicedirettore del Giornale ha realizzato a Elon Musk durate Atreju (“ti sei dimenticato di chiedergli dell’utero in affitto e della cannabis”, lo bacchetta Cruciani). Hanno biasimato l’intervista choc di Piercamillo Davigo sui suicidi degli indagati. Ma soprattutto si sono concentrati sul caso di Chiara Ferragni, dei pandori di beneficienza e dello scontro tra Giorgia Meloni e il rapper Fedez.

Il conduttore della Zanzara ritiene la vicenda “drammatica” per la Ferragni. Tanto che solo una volta che è stata “presa con il sorcio in bocca" a deciso per chiedere scusa. Nella speranza, forse, di ripulirsi la reputazione. Detto questo, Giuseppe Cruciani - che pure non sopporta la beneficenza dichiarata “come se fosse un rimedio alla ricchezza” - se la prende anche con Giorgia Meloni che dal palco di Atreju si è messa a fare polemica con Ferragni. “Un capo del governo che battibecca con una influencer - sentenzia il conduttore di Radio24 - è fuori luogo”.

Diversa l’opinione di Nicola Porro. Che dà al quella allusione di Meloni una lettura differente. “Sai cosa penso? - dice - Il punto fondamentale è che questo governo ha una fascia di persone, perfettamente rappresentata dai Ferragnez, cioè gente ricca che vive nei quartieri centrali delle città" che la contesta e quindi il premier "non ha attaccato Ferragni, ma un certo mondo" che la contrasta. Certo, Meloni e FdI si trovano in modalità elettorale. Ma se "Prodi dice che con Musk o con quelli di Vox non ci va", allora allo stesso modo Meloni ha il diritto di segnare "il suo territorio”.

L’obiettivo insomma sarebbe stato non tanto prendersela con Ferragni, ma con quel virus che “Musk definisce correttezza politica". È “il mondo del patriarcato”, del radicalchiccismo, del fighettismo, quel mondo impazzito “per i nuovi leader della sinistra stile Gino Cecchettin e Roberto Saviano”.

Il filo del discorso del premier, in sostanza, sarebbe stato quello di mandare un messaggio per combattere quei “politicamente corretti” che “fanno i fenomeni” e poi “cadono sulla beneficenza”. Cruciani, però, non ci sta: "Gli influencer sono irrilevanti sulla scena politica italiana. I suoi follower non si trasformano in voti. E magari il 50% dei suoi seguaci votano pure per Meloni".

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