20 luglio 1969: l'uomo attracca sulla Luna. E i giornalisti battibeccano in diretta Rai

In occasione dell'allunaggio in onda un'epica diretta. Ma i due giornalisti non si trovarono d'accordo sul momento esatto dell'arrivo della navicella spaziale

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Le televisioni di tutto il mondo sono puntate sul grande evento. L'anno è il 1969, il giorno il 20 luglio. La Rai non può mancare: è prevista una diretta che andrà a dritto per 25 ore. In studio c'è un giornalista che ha scalato posizioni senza sosta grazie a quella sua flemma inscalfibile, al senso di sicurezza che infonde negli spettatori, alle abilità narrative. Pensare che Tito Stagno - perché questo è il suo nome - ha iniziato anni prima come cronista sportivo ai Giochi olimpici invernali, a Cortina d'Ampezzo. E ora si ritrova qui, seguito da milioni di italiani, a raccontare un momento assolutamente decisivo per la storia moderna dell'umanità. L'Apollo 11 sta per atterrare sulla Luna. Sono momenti di estrema concitazione. L'ansia scava un solco dentro al petto. Tutti sperano che Neil Armstrong e Buzz Aldrin possano agganciare il suolo del satellite terrestre senza inconvenienti. Del resto, nessuno sa mai come possano andare le prime volte.

Quello che invece è più noto è che Stagno, per quel momento lì, si è preparato molto. Già tre anni prima, nel 1966, è volato in America per assistere ai primi vagiti del Programma Apollo. Ha studiato e si è documentato, perché sa che il talento giornalistico non basta per sfangarla in certe situazioni: molto meglio sapere le cose. L'altro fatto incontestabile è che i giornalisti che seguono l'allunaggio in diretta sono due: Stagno dagli studi di Roma, appunto, e Ruggero Orlando, che invece si trova nella sala stampa di Houston. E qui si insinua il patatrac televisivo che poi, a guardarlo successivamente, sarebbe rimasto inciso nella storia collettiva come un momento epico.

La "veglia" della Rai è partita da un pezzo. Il modulo per l'atterraggio si avvicina sempre di più alla Luna. La tensione si taglia a fette. Poi, d'un tratto, il formidabile annuncio. Stagno serra entrambi i pugni ed esclama: "Ha toccato! Ha toccato in questo momento il suolo lunare!". La gente nelle case di tutta Italia si abbraccia e sorride: è andata bene, ci sono riusciti. Qualcuno però non è d'accordo e, singolarmente, si tratta proprio del suo collega, Orlando. Quest'ultimo è collegato in diretta con il Lander e sente in cuffia quello che si stanno dicendo i due astronauti. Soltanto quando avverte distintamente le parole Reached land, informa Stagno che il modulo ha sì toccato il suolo, ma almeno dieci secondi dopo l'annuncio del collega.

Momento di impasse. I due giornalisti che poi sono grandi amici, non la vedono allo stesso modo. Ognuno è convinto di quello che ha detto, ma è pure vero che la distanza tra gli studi di via Teulada e Houston potrebbe favorire incomprensioni. Alla fine, comunque, da analisi successive delle registrazioni emerge che si sono sbagliati entrambi: Tito Stagno ha annunciato l'allunaggio con 56 secondi di anticipo e Ruggero Orlando con circa 10 secondi di ritardo.

Poco male,

comunque. Malgrado il surreale qui pro quo in diretta, la Rai ha realizzato un exploit televisivo senza precedenti. E oggi tutti, ricordando l'allunaggio, associano quel momento alle facce e alle voci di Stagno e Orlando.

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