Mastroianni e quel "problema" alla bocca che lo rese indimenticabile

In "Divorzio all'italiana", l'attore caratterizza il personaggio del barone "Fefè" con un tic molto particolare. E che non fu scelto a caso

Mastroianni e quel "problema" alla bocca che lo rese indimenticabile
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Aria sorniona, capello arruffato o ben laccato, baffo pungente. Siamo nella Sicilia di inizio anni ’60, quando il barone siciliano Ferdinando Cefalù detto Fefè, interpretato da un vivace e magnetico Marcello Mastroianni al massimo della forma, cerca una via di uscita da un matrimonio opprimente con Rosalia, una donna poco avvenente e dal temperamento detestabile. La maschera creata dall’attore italiano è travolgente, i suoi tic facciali bucano lo schermo, rubano la scena e scandiscono il tempo come il pendolo di un orologio. Fefè è oppresso dalle continue e ardimentose smancerie della “mogliera”, al contempo è innamorato di sua cugina, Angela, una bellissima ragazza di 16 anni che ricambia l’amore del buon barone.

Stanco di perdere tempo insieme alla donna che ha sposato, ricerca con ogni mezzo uno stratagemma per “liberarsi” di lei. Purtroppo, la legislazione dell’epoca non permetteva il divorzio, tuttavia, era previsto il delitto d’onore secondo l’articolo 587 del codice penale. L’occasione ghiotta gli si presenta quando a Catania arriva il pittore Carmelo Patanè (Leopoldo Trieste), un vecchio amore di Rosalia. Fefè favorisce la relazione invitando Carmelo nel suo palazzo con la scusa di affidargli il restauro degli affreschi. Il resto è facilmente intuibile, e lasciamo al lettore la possibilità di scoprire come andrà a finire. In poche parole, questa è la trama di “Divorzio all’italiana”, un perla del cinema nostrano che ci ha regalato attimi indimenticabili, specialmente grazie alla verve di Mastroianni e ai suoi tic, un dettaglio catturato e fatto suo osservando il regista, Pietro Germi.

Dietro alla macchina da presa c'è Pietro Germi, l'uomo del tic

Dietro a quei magistrali piani sequenza, a quei carrelli che con maestria e dovizia scorrono da sinistra verso destra, che incastonano “Divorzio all’italiana” nel grande libro della storia della settima arte c’è il regista Pietro Germi. Nativo di Genova, il cineasta riuscirà a vincere anche a Hollywood grazie a questa pellicola immortale targata1962, portando in Italia la statuetta del Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, dopo aver guadagnato anche la Palma d’oro di Cannes. Quel movimento naturale che porta la punta sinistra della bocca ad alzarsi e a graffiare la guancia, quel successivo timido schiocco di lingua che assomiglia a un tamburello, marchio di fabbrica del Ferdinando Cefalù di Mastroianni, era un tic dello stesso Germi. Preso, poi, spontaneamente in prestito dall’attore laziale e fatto proprio, ma non prima di aver ricevuto il benestare del regista.

Mastroianni racconta la nascita del tic di "Fefè"

Senza volare, senza fare cinema di ricerca, Germi raccontava storie che mica erano uno scherzo, e spingeva duro perché, per esempio, Divorzio all’italiana fu un film molto preciso, quando qui di divorzio ancora non se ne parlava proprio. E fare un film in cui si dimostrava che da noi per divorziare uno poteva solo sopprimere la moglie non era tanto facile", ha raccontanto Marcello Mastroianni.

"Anche se è errato definirlo un’invenzione, il tic del barone Cefalù l’ho inventato io. La faccenda è andata così - diceva Mastroianni. Germi aveva dei problemi con le gengive, quindi storceva sempre la bocca per stuzzicarsele con le labbra e la lingua. I tic, come lo sbadiglio, sono contagiosi, e così un giorno mi sorpresi a fare la sua stessa mossa, tanto che lui si urtò e mi chiese se lo stavo prendendo in giro.

Mi scusai, dissi che non ne avevo nessunissima intenzione, gli spiegai come avvenivano queste cose e aggiunsi anche che avevo pensato che questo barone magari potesse avere una carie. E allora lui volle che lo rifacessi, e dopo me lo fece fare per tutto il film”. Un'intuizione geniale dell'attore e il beneplacito del regista ci hanno permesso di godere di un film intramontabile.

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