Arrivano le prime conseguenze dirette per l'inchiesta degli hacker condotta dalla procura di Milano. Pierfrancesco Barletta, vice presidente di Sea, attualmente indagato, ha annunciato l'autosospensione dal ruolo, rinunciando fin d'ora ai compensi. Nelle scorse ore era emerso il suo coinvolgimento dell'inchiesta per l'ipotesi di accesso abusivo a sistema informatico. In passato, Barletta è stato anche socio della società Jaba che ha condiviso gli uffici di via Pattari 6 a Milano con la Equalizer di Carmine Gallo ed Enrico Pazzali, al centro dell'inchiesta.
Quest'ultimo, quando decide di salire al 95% delle quote della società di intelligence Equalizer, propone a Gallo il 14 luglio 2022 di preparare il "documento per cedere le quote" ma "io non pago te, pago direttamente Barletta" e "Filucchi". Quest'ultimo è un ex poliziotto, oggi imprenditore, che non risulta essere indagato nell'inchiesta della procura di Milano. Il manager di Sea viene citato in diverse occasioni nelle conversazioni carpite dagli inquirenti.
In una di queste, l'informatico Samuele Calamucci, arrestato, dichiara: "La politica la abbracciamo più o meno tutta perché Enrico (Pazzali) è destra, Barletta è tutto ambientale di sinistra". Dall'inchiesta è emerso che Barletta si sia avvalso dei "servizi" forniti dalla società Equalizer, commissionando un dossier su una donna e un chirurgo plastico del Policlinico di Milano. Barletta avrebbe chiesto se fosse possibile un'intrusione da remoto, conoscendo solo i numeri, nei telefoni di due persone. "Mi serve urgentemente, devo fare delle scelte", dice il manager giustificando la sua richiesta.
"A seguito delle recenti notizie di stampa abbiamo creato una taskforce interdipartimentale che coinvolge i settori di competenza per individuare prontamente le attività da intraprendere e le maggiori garanzie a protezione delle banche dati", ha dichiarato in una nota il presidente dell'Autorità garante per la Privacy, Pasquale Stanzione, sottolineando che "il fenomeno degli accessi abusivi alle banche dati pubbliche e private è da sempre all’attenzione del Garante per la protezione dei dati personali e negli anni è stato oggetto di numerosi provvedimenti".
Nei tempi recenti, prosegue il garante,si è verificato un aumento di segnalazioni, legato soprattutto "alla rivendita di informazioni riservate presenti nelle banche dati pubbliche da parte di società private che, anche avvalendosi di agenzie di investigazione privata, offrono servizi di 'informazioni investigate' a chiunque ne abbia interesse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.