Cara Valeria, ho un compagno, si chiama Fabio, che dice di adorarmi, e con lui ho un figlio di 3 anni. Ho però una routine troppo normale e sicura. Entrambi abbiamo un lavoro, io in banca, lui in ufficio. Ma a volte mi chiedo se è questa la vita che avrei voluto veramente. In passato mi è capitato di tradire il mio compagno, lui lo ha anche scoperto. Ci siamo separati, qualche mese, ma poi io ho fatto di tutto per ritornare con lui. In quel momento mi sembrava che era l’unica cosa che volessi veramente. So che non è bello dirlo, ma forse avrei desiderato una vita più brillante, uno status sociale più elevato, che Fabio non può darmi. Nello stesso tempo apprezzo molto la sua genuinità e i suoi buoni sentimenti. Ho paura però che non mi bastino. In passato, non a caso, ho avuto una storia con un manager della filiale per cui lavoro. Un uomo brillante, pieno di interessi, a cui piacevano i bei ristoranti, gli abiti ricercati e le vacanze costose. È stata una storia passionale, ma che si è risolta male, perché ho poi scoperto che aveva un’altra relazione, e successivamente anche che aspettava un bambino dalla sua donna. Questa esperienza non ha fatto altro che convincermi che mi dovessi tenere stretto Fabio e apprezzare le sue qualità morali. Peccato che forse per me non siano sufficienti. Ero una ragazza ambiziosa e piena di voglia di vivere e mi ritrovo intrappolata probabilmente in una vita che non desidero e mi sono però voluta convincere che fosse la migliore a cui potessi aspirare. Che fare ora? È troppo tardi?
Silvia
Cara Silvia, con Fabio ha un bambino di tre anni e questo mi basta a risponderle: sì, è troppo tardi. Banalmente credo che le perlustrazioni sentimentali vadano fatte prima di avere dei figli, poi (in assenza di gravi problemi), è necessario essere conservativi nei confronti della coppia e della famiglia. Mi rincresce se non ha fatto in tempo prima, ma direi che il periodo dei dubbi dovrebbe dirsi concluso, in ogni caso. E non si immagini poi tutto questo granché là fuori, una delle cose che mi ha insegnato Vittorio Feltri è che all’inizio si scalpita per un nuovo amore, e poi, immancabilmente, il nuovo amore finisce per darti le stesse tediose, irritanti sensazioni di quello «vecchio» quindi tanto vale tenersi il padre del proprio figlio.
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