È morta Licia Rognini Pinelli, vedova di Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico accusato della strage di Piazza Fontana e morto precipitando, durante un interrogatorio, dalla finestra della questura di Milano nel dicembre del 1969. Tutte le sentenze hanno decretato l'innocenza di Pinelli. Per tutta la vita Licia Pinelli, che aveva 96 anni, ha cercato di ottenere la verità sulla morte di suo marito. Non le sembrava potesse essere racchiusa nella frase «un malore attivo». Diceva: «Uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste». Ma qui parleremo di altro. Licia Rognini Pinelli aveva perso il suo amore. Sapeva esattamente cosa si prova. Anche un'altra donna ha perso il marito nel gorgo di violenza scaturito dal cratere della bomba di Piazza Fontana (oltre al tragico bilancio di vittime registrato nella banca). Si tratta di Gemma Capra, la vedova del commissario Luigi Calabresi, assassinato brutalmente come capro espiatorio per la morte di Pinelli. L'odio non porta giustizia, solo morte. E questo le vedove lo sanno, lo sanno nello strazio di quello che hanno perso.
Licia Rognini venne invitata al Quirinale e il 9 maggio 2009, alla presenza dei familiari di chi era morto nella banca, poté sentire le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che parlò di Giuseppe Pinelli come la 18esima vittima della strage di Piazza Fontana. Lì per la prima volta Licia Rognini incontrò Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi.
Le due donne si abbracciarono. Licia allora disse una frase brevissima: «Peccato non averlo fatto prima». Conteneva una grande lezione quella frase. Ma era sussurrata ed è stata poco ascoltata da chi l'odio ama solo riproporlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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