La lunghissima estate salvata dai campus

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro, e lungo per... i nostri figli. Soprattutto senza campi estivi

La lunghissima estate salvata dai campus

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro, e lungo per... i nostri figli. Soprattutto senza campi estivi. Chi cerca l'estate tutto l'anno, ci arriva sempre con il dilemma che - da Amleto a Celentano - si sono posti tutti i genitori allo squillo dell'ultima campanella di scuola. «Dormire, forse sognare», come consigliava il Bardo, per far trascorrere quel tempo estivo ai pargoli anche sollazzando fra riposo ed otium meritati, oppure caricare la prole su un treno. Non quello del Molleggiato «che all'incontrario va», ma un diretto verso un obiettivo, un negotium ancora più fitto di quello che scandisce le loro baby agende durante l'anno scolastico. I nostri figli soffrono di mal di mare? Perché non combatterlo con un bel corso di vela. Hanno le vertigini? Via, in montagna per crode e strapiombi. Sono timidi nello sport e nella storia? Niente di meglio di un bel campus a base di pallone (e pallonate) e corsi di lavaggio cocci e archeologia. Insomma, obiettivo stimolare, solleticare la fantasia e, inevitabilmente anche strafare.

NOIA D'ESTATE
Perché?
Per paura della noia e della solitudine. Eccola, quell'ansia da ore libere che in molti colmano con lo status symbol di quel camp tanto trendy, quanto costoso, che diviene un «parcheggio» di lusso per i nostri mini me, mentre l'ufficio, la carriera, la società, o semplicemente i colleghi scapoli e i capi si rivelano ancora meno comprensivi, fissando fresche riunioni pre serali per quel progetto che non può proprio aspettare. Ed ancora, mancanza di nonni e parenti che possano «vegliare» sulla lunga estate calda dei nostri ragazzi. E poi loro: la strada ed il cortile, ascisse e ordinate estive per eccellenza, divenute oggi un non luogo, un topos indesiderabile, pericoloso, da rifuggire. Addio ginocchia sbucciate; addio pallonate sfuggite da assist maldestri; addio grida dalla finestra con quell'ultimatum «Non te lo ripeto un'altra volta: sali che è già in tavola». Minacce, quelle sì, pericolosissime di mamme, nonnine, sorellone, ziette, fantesche d'antan, che oggi suonano come romanticherie che i nostri figli non leggono più nemmeno nei libri. Anche perché spesso di libri ne aprono pure pochi, ancor meno d'estate, stagione per antonomasia, invece, per ritrovarsi e perdersi fra le pagine di carta. E andrebbe bene anche un ebook.

NEL PAESE DELLE LUNGHE VACANZE
Perché forse oggi Alice userebbe quello: non dimentichiamo che è proprio annoiandosi nello sfogliare un tomo con poche figure che l'eroina di Lewis Carroll finisce nel suo Paese delle meraviglie. Perché è il viaggio dentro se stessi, con un pizzico di noia, un tocco di solitudine e una spolverata di fantasia, a diventare irripetibile. Nel 1930 Bertrand Russell scriveva la sua ricetta ne «La conquista della felicità»: «Una generazione che non riesce a tollerare la noia è una generazione di uomini piccoli, nei quali ogni impulso vitale appassisce». Ecco, cento anni dopo, molte cose sono cambiate e quelle 12 settimane di vacanze sono uno spauracchio bello grosso non solo per il rischio di annoiarsi, ma perché le famiglie e gli impegni di lavoro sono cambiati e le grandi città sono, obiettivamente, meno rassicuranti di una jungla a chi si trovi di colpo in casa, solo, con molte ore libere per diventare molto social, ma altrettanto asociale. Meglio allora avere una jungla di impegni. Succede anche all'estero, ma in Germania, per esempio, la scuola è intermittente anche d'estate, con vacanze di solo 5 settimane che in Francia non superano i due mesi.

CAMBIARE SÌ, MA COME?
Nel Belpaese, all'insediamento di ogni nuovo Governo, si discute sempre del cambiamento, in uno sforzo bipartisan, ad oggi, senza successo. L'idea? Modificare il calendario scolastico, con vacanze più diluite durante l'anno e sessioni estive dove proseguire o ripassare il programma. Già, ma con quali insegnanti e quali risorse? Allora, meglio un dopo scuola estivo che somigli a lezioni di vita, con attività complementari, ma accessibili a tutti. Secondo alcuni esperti servirebbero l'una e l'altra cosa, se è vero che la lunga pausa estiva è inevitabilmente sinonimo di regressione: i dati più recenti dell'American Educational Research Association mostrano che il 51% dei ragazzi va incontro a summer learning loss, ossia una perdita di conoscenze che riguarda fra il 17 e il 28% di nozioni in campo umanistico e tra il 25 e il 34% in matematica. Rinascere asini a settembre? Non è l'unico rischio, secondo la ricerca: un'altra conseguenza è l'aggravio di lavoro per l'insegnante che, al rientro, dovrà ripartire con il classico «spiegone» perdendo ulteriore tempo. Insomma, questo modello per cui le vacanze scolastiche seguono il «ciclo del grano» fa dei nostri fanciulli delle spighe acerbe che non sempre maturano, esposte a venti talvolta tempestosi.

Il riparo più sicuro e comune è da sempre l'oratorio che, finito il tempo ordinario, si trasforma in un tempio di catechesi laica dove più del kerigma conta assestare un bel rigore magari contro il prete in porta.

Oggi una settimana con il «don» e animatori giovanissimi, ma super motivati può costare dalle 70 alle 100 euro, compreso il pranzo, la merenda e pure un'escursione «fuori le mura», in piscina o in un parco. Il grande richiamo, però, è il mito della vacanza studio all'estero, una Babilonia esterofila, luogo ideale per sciogliere la lingua e impararne un'altra. Con Inghilterra ed Irlanda in testa, seguite da Malta, sono sempre i Paesi anglofoni i più gettonati, anche se un buon 30% di famiglie oggi sceglie anche la Francia.

TUTTI IN UK
La vacanza studio oltre confine è fra le più costose: a sceglierla sono solo 1 famiglia su 4 fra quelle che optano per i campi estivi. Per due settimane i prezzi medi arrivano, infatti, a 3mila euro, compreso voli e trasporti. Tutto all inclusive, tranne il risultato che il pargolo torni davvero «bilingue».

Spesso sono le scuole ad organizzare soggiorni all'estero, il che forse non facilità la parlata di Albione se si viaggia sempre con compagni italiani. Ma tant'è: da EF, storica leader di questi viaggi, ad Interstudio che propone anche soggiorni negli Emirati fino a 21 anni, la daily routine è una macchina da guerra: si vive in famiglia, si studia al mattino, si pranza in mensa, si ri- studia al pomeriggio, poi tempo libero, mai da soli, per la città - nel Regno Unito la meta più frequente è la deliziosa provincia, da Brighton a York a Canterbury. La sera si va a zonzo sempre guardati a vista da un group leader e per uscire serve il permesso dei genitori. «Quando hanno incoronato Carlo III mi sono emozionato a sentire la pronuncia dell'arcivescovo di Canterbury proprio nel modo in cui l'avevo studiata da ragazzo: qui in Italia, la sbagliamo sempre», ricorda Matteo Spinelli, ex vivace estimatore delle vacanze studio, oggi a capo di una piccola agenzia che organizza corsi per studenti. Oltre a pronunciare meglio le parole, dall'estero si torna spesso con un diploma il più gettonato è quello certificato da Cambridge assessment - poi utile a scuola e soprattutto con tante amicizie, un traguardo che, in fondo, non ha prezzo.

SPEAK ENGLISH ANCHE IN ITALIA
Per un campus in inglese non serve oggi attraversare La Manica: la lingua di Shakespeare è fra le materie di molti campi scuola anche italiani. Con il risultato di abbinamenti davvero originali: in Piemonte, per esempio Summer camp in terre alte propone a luglio a 520 euro una settimana per gruppi di 10 ragazzi ospitati in rifugi fra Cuneo, Val Pellice e Val di Susa con attività naturalistiche rigorosamente in inglese. Dopo le lingue è però lo sport l'ingrediente più richiesto: le maggiori squadre di calcio, dal Milan all'Inter organizzano summer camp con soggiorno completo o con le sole attività diurne per chi si trovi già in vacanza con i genitori. Diverse le possibilità con un solo allenamento o due al dì, che fanno lievitare i costi fino a mille euro la settimana. Il Wwf organizza molte attività, dai corsi di vela al salvataggio delle tartarughe con prezzi che variano dai 500 ai mille euro per 7 giorni. Si spende un po' meno per veleggiare sulle acque dolci del Lario con Orza minore che ha il suo porto a Dervio dove laurearsi marinaio o nostromo. Per una full immersion fra rafting e alpinismo il Sesia camp di Vocca propone escursioni sul fiume e nel gruppo del Monte Rosa a 600 euro a settimana.

Con il gruppo Pianopiano piccoli Indiana Jones crescono lungo il Tevere, nelle campagne di Farfa, ospitati fra le storiche vestigia dell'abbazia di Farfa, per camp archeologici di una settimana al costo di 350 euro viaggio escluso. Poi anche quest'anno arriverà settembre.

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