Macron nella melma, aridaje con lo Ius Soli e l'Italvolley: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la vittoria dei ragazzi della pallavolo alle Olimpiadi, il processo a Giovanni Toti e l'indagine del Garante sulle intercettazioni di Turetta

Macron nella melma, aridaje con lo Ius Soli e l'Italvolley: quindi, oggi...
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- Giovanni Toti rinviato a giudizio insieme ad Aldo Spinelli e Paolo Emilio Signorini. Ehm, signori: dove sarebbe la notizia? La decisione è stata presa da Paola Faggioni, la stessa Gip che ha messo il governatore ligure ai domiciliari e che ha detto no alla sua liberazione finché non si è dimesso. Se non l’avesse rinviato a giudizio sarebbe stato clamoroso.

- Incredibile partita dell’Italvolley, sotto 2 a 0 e con il Giappone al match ball è riuscita a risalire dal profondo del pozzo e a conquistare la semifinale olimpica. Andrebbe mandata la replica sui Ra2: è stato magico.

- Il Garante per la Privacy interviene sulla pubblicazione delle intercettazioni del papa di Filippo Turetta. Primo: non andavano riportate nel fascicolo, perché sono inutili checché ne dicano i pm. Secondo: i giornalisti dovrebbero imparare un tantino ad auto-regolarsi, anziché aspettare l'intervento del garante. Ma il problema è che da 30 anni ormai i giornali sono pieni solo delle carte che i magistrati passano ai cronisti, i quali senza non saprebbero neppure da dove cominciare. Ci hanno abituato al voyeurismo giudiziario ed ecco i risultati.

- Il simbolo del fallimento dell’olimpiade parigina, al netto dello spettacolo che i Giochi offrono sempre, sta tutto in quella melma marroncina che chiamano Senna. Non tanto per il fiume, che più di così non può fare: se attraversi una città da milioni di abitanti e dal 1923 non sei balneabile, il minimo che ti può capitare è di raccattare vagonate di batteri fecali. Il problema non è il fiume, insomma, ma l’organizzazione, che ha preferito gli imperativi green e la grandeur di Parigi al benessere degli atleti. Oggi un paio di atleti si sono sentiti male e il Belgio ha ritirato la sua squadra di triathlon a causa del ricovero in infermeria di una atleta infettata da Escherichia coli. Colpa del fiume? Probabile, anche se non confermato e sarà quasi impossibile stabilirlo con certezza. Ma benché gli organizzatori vadano ripetendo che oggi la Senna rientrava nei limiti batterici “accettabili” per la Federazione di Triathlon, questo non giustifica il clamoroso flop. Primo: se spendi 1,4 miliardi di euro per rendere balneabile la Senna e alla prima pioggia si inquina di nuovo, il minimo che la Francia debba fare è domandarsi se quei soldi sono stati o meno buttati - scusate l’espressione - nel water. Per restare in tema. Secondo: se la pioggia ha costretto a rimandare le prove delle gare, fondamentali agli atleti per prepararsi, già questo è di per se un fallimento anche se le gare sono state realizzate. Evidentemente Parigi è arrivata impreparata all’appuntamento. Terzo: proprio come per la cerimonia di apertura, l’Organizzazione francese non ha pensato ad un piano B in caso di Senna inquinata. E questo è clamoroso. E allora sovviene una riflessione. Negli anni del Covid ci siamo sentiti ripetere che la principale delle preoccupazioni doveva essere la salute: niente baci, niente strette di mano, mascherine, distanziamenti, aperitivi solo fino alle 18 e via dicendo. Tutto dimenticato in onore di sua signora la Senna?

- Domandina finale: ma il sindaco Anne Hidalgo il bagno, oggi, lo rifarebbe?

- Ecco allora. A proposito di Covid. Oggi che è esploso il caso “Senna”, hanno chiesto conto ad infettivologi ed ex virologi: in pratica, gli stessi che prima erano gli oracoli della virologia oggi sono diventati esperti di acque torbide. Il gran caos della pandemia, tra informazioni fuorvianti e spesso smentite, avrebbe dovuto insegnare ai giornalisti ad andarci coi piedi di piombo. E agli “esperti” a rispondere solo se con in mano tutti i dati del caso. Speranza vana.

- E ti pareva: il caso Imane Khelif, la pugile algerina forse intersex, non poteva che essere una “guerra ibrida russa”. L’ha scritto Repubblica. Ma è mai possibile che debba essere sempre colpa di un hacker russo?

- Dagli Usa emerge una storia particolare: pare che l’ex collaboratore del marito di Kamala Harris abbia tradito la prima moglie. Per Repubblica si tratta di “strategia del fango”, proprio il giornale che ha dato retta a pornostar di ogni tipo contro The Donald e che sul buco della serratura di Berlusconi ha costruito un impero editoriale. Patetici.

- Indovinate un po’? La sinistra, sempre gravida di idee, a settembre ripartirà dallo… Ius Soli. Sai che novità. A rilanciarlo è Riccardo Magi.

Piccolo problema: nemmeno hanno iniziato che tra Pd, Avs, Verdi e +Europa già litigano sul come proporlo, se in parlamento o per referendum. Mentre il M5S vorrebbe lo Ius Scholae. Tradotto: non se ne farà nulla. E ciaone allo spirito di rinnovamento della sinistra, ancora arenata sugli stessi argomenti.

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