Task force a Chigi. La frenata di Meloni sui contro-dazi. Presto il volo in Usa

La premier non si muoverà in autonomia ma lavora a un bilaterale con Trump

Task force a Chigi. La frenata di Meloni sui contro-dazi. Presto il volo in Usa
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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si muove in un sentiero stretto per limitare gli effetti sulle imprese italiane dei dazi annunciati da Donald Trump. Il campo di azione è limitato. E soprattutto, cresce nelle ultime ore a Palazzo Chigi la convinzione che la strada di una trattativa bilaterale tra Italia e Usa, fuori dalla partita europea, diventi sempre più difficile. Domani alle 16 Meloni riunirà la task force, una specie di gabinetto di guerra, per individuare le mosse da compiere nei prossimi giorni. La prima richiesta giunta dalla premier ai suoi ministri è quella di aver un dato certo sugli effetti dei dazi nei vari settori. Report che sarà pronto nel pomeriggio di domani e con il quale la premier si presenterà al tavolo con le imprese fissato per martedì alle 15. Meloni, prima di annunciare eventuali azioni, vuole conoscere la portata sull'economia italiana delle misure trumpiane. Al gabinetto sui dazi partecipano i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Tommaso Foti (Affari europei), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Antonio Tajani (Esteri) e Guido Crosetto (Difesa).

Con i dati in mano, Meloni si muoverà tra Washington e Bruxelles. Lunedì in Lussemburgo si riuniscono i ministri del commercio estero dell'Ue. Per il governo italiano partecipa Antonio Tajani. La riunione europea dovrebbe servire a varare la prima lista dei prodotti su cui scatteranno i contro dazi europei. È su questo punto, che l'Italia frena. E non si esclude, ma questa è un'ipotesi remota, che l'Italia possa far calare il veto sui contro dazi agli Usa. Posizione condivisa anche da Romania e Ungheria. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti avverte: «I contro dazi sono pericolosi».

Sul piano internazionale la situazione è in evoluzione. Elon Musk al congresso della Lega getta acqua sul fuoco: «Zero dazi tra Usa e Ue in futuro». Mentre il presidente francese Macron ha avuto un colloquio con il collega inglese Starmer. Nei piani della presidente della commissione Von Der Leyen c'è già il calendario definito: il 9 aprile le contro misure ai dazi americani saranno approvate dalla commissione e il 15 passeranno in Parlamento. Per essere operativi entro il 15 maggio. Il governo italiano rallenta però sulla linea Von Der Leyen-Macron del muro contro muro. Il vicepremier Tajani indica una possibile strada: «Lavoriamo per esplorare nuovi mercati con un piano che punta a rafforzare le nostre imprese sui mercati emergenti. Già la prossima settimana sarò in India e Giappone e all'inizio della settimana, guardando al mercato interno europeo, abbiamo organizzato alla Reggia di Caserta l'incontro con le imprese olandesi. Poi ci saranno gli incontri con tutto il mondo produttivo. Lunedì, al mio ritorno da Lussemburgo, ci sarà una riunione della task force del governo».

Nella partita dazi che l'esecutivo si appresta a giocare c'è un altro passaggio fondamentale: il bilaterale Trump-Meloni. La Lega, posizione ribadita anche ieri dal numero due del Carroccio Andrea Crippa, insiste per la rottura con l'Ue e la trattativa separata con Washington. Una strada che per ora, Palazzo Chigi ritiene non percorribile. Scelta che non esclude un viaggio, prima di Pasqua, di Giorgia Meloni negli Usa per un bilaterale con Trump.

Il 19 aprile il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance sarà in Italia. La visita di Meloni dovrebbe iniziare il 14 per concludersi il 17. Date su cui non c'è una conferma ufficiale da parte dello staff del presidente del Consiglio.

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