Natale con la condizionale

Il segno più evidente che ci stiamo avvicinando al Natale è che, come ogni anno, spunta qualcuno che vuole abolirlo

Natale con la condizionale
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Il segno più evidente che ci stiamo avvicinando al Natale è che, come ogni anno, spunta qualcuno che vuole abolirlo.

Ora è il turno dell'Istituto universitario europeo, sito a Fiesole, terra fiorentina, città di imponenti cattedrali romaniche, chiese, abbazie, conventi, seminari e basiliche. Il preside, Renaud Dehousse, solo incidentalmente un belga, sta pensando di togliere la ricorrenza del Natale dal calendario dell'istituto e rinominarla «Festa d'inverno». Incredibile che nessuno ci abbia mai pensato prima in 2023 anni. Serviva un belga, in effetti.

Lo scopo sarebbe quello di evitare il riferimento a una religione (a caso), in funzione di una scelta «inclusiva» che permetta a tutti di riconoscersi in un momento di serenità. Una mossa che si inquadra all'interno del «Piano per l'uguaglianza etnica e razziale» dell'ente fiesolano, finanziato da quell'Unione europea che alla fine preferì negare le proprie radici giudaico-cristiane.

Ah. Importante. L'Università ha fatto sapere che però «gli aspetti folcloristici possono rimanere parte dell'evento». Via la fede, dentro il panettone. Forse per evitare di lavorare il 25 dicembre e Santo Stefano, che cadono di lunedì e martedì.

E comunque sembra incredibile in un Paese con la nostra Storia - l'Istituto universitario europeo di Fiesole è ospitato dentro una splendida badia, quella di San Domenico.

Cristiana.

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