Nelle frasi di Vannacci non c’è alcuna offesa

Nelle parole di Vannacci non c'è diffamazione, o razzismo, o violenza

Nelle frasi di Vannacci non c’è alcuna offesa
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Caro Direttore Feltri,
io credo che il generale Vannacci abbia assunto ormai il ruolo di provocatore a prescindere e questo lo rende alquanto antipatico, persino a me che prima lo apprezzavo. Infatti non capisco per quale motivo abbia dovuto ribadire, in una occasione così importante come la conquista dell'oro da parte della squadra azzurra alle Olimpiadi, che la pallavolista italiana di colore, Egonu, non ha i tratti somatici della maggioranza degli italiani. Avrebbe fatto meglio a stare zitto stavolta. Perché non tiene chiuso il becco?
Vincenzo Crea

Caro Vincenzo,
la domanda giusta da porsi non è perché mai l'europarlamentare Vannacci abbia affermato quello che ha già scritto nel suo celebre libro, bensì perché egli, a parer tuo e di altri, debba tacere e non parlare di un dato di fatto che non dovrebbe destare scandalo o scalpore: la pallavolista Paola Egonu è italiana, ha cittadinanza italiana, nessuno di noi, né tantomeno Vannacci, dichiara che Egonu non abbia diritto di essere considerata italiana o che le debba essere revocata la cittadinanza, tuttavia è inconfutabile, innegabile, evidente che i suoi caratteri somatici non sono quelli tipici della somatica indoeuropea e italiana. Questo, sia chiaro, non rappresenta un problema, un difetto, un handicap, un deficit, eppure pare che non si possa constatare che Egonu è un'italiana nera. Dobbiamo dire che è bianca per non essere reputati fascisti? Dobbiamo dire che è la tipica abitante della penisola, che è la migliore rappresentante dell'estetica e della genetica italiane nel mondo? Trovo questa polemica stupida e vana. Essa è la prova che è vero: in Italia predomina il razzismo, ma esso non risiede nell'animo e nella mente del generale, alberga semmai in coloro che reputano tanto degradante avere la pelle nera da non essere disposti ad accettare che questo venga rilevato, senza peraltro vi sia in chi lo rileva alcun intento insultante, neppure vago.

Ma, in questo caso, lo ricordo ai soloni dell'antifascismo e dell'antirazzismo, che è già intervenuta una sentenza a stabilire, oltre ogni dubbio, che le parole di Vannacci non configurano una condotta lesiva nei riguardi dell'atleta, la quale lo aveva trascinato in giudizio proprio per via delle frasi incriminate contenute nel libro del militare pluridecorato. Insomma, non c'è il reato. Non c'è il danno. Non c'è l'offesa. Non c'è la calunnia. Non c'è la diffamazione. Non c'è la violenza. Non c'è nemmeno il razzismo.

Quindi, sono io a chiedere a te: ma di cosa diavolo stiamo parlando?

Grazie.

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