Caro Francesco,
gli esseri umani uccidono, violentano, trucidano, tradiscono, ingannano, umiliano, inventano ed usano armi di distruzione di massa, fanno le guerre, torturano per il mero piacere di infliggere sofferenza al prossimo, eppure non ho mai veduto nessuno per strada evitare di incrociare l’altro per il timore di subire la ferocia che abbiamo insita in noi.
Noi conosciamo la pericolosità degli uomini, tuttavia seguitiamo a socializzare, a frequentarci, a stringere amicizie, a stare in compagnia, a conoscere gente che ci è estranea. Quindi perché mai dovremmo scansare i cani, quantunque di grossa taglia, quando avviene che uno di loro si fa autore di uno dei nostri quotidiani crimini?
Ti confesso che mi ha molto addolorato la morte atroce di quel bambino e non sono in grado di immaginare nemmeno lontanamente il dolore e la disperazione dei genitori. La madre ha veduto il suo piccolino finire tra le fauci di quei cani e ha cercato in tutti i modi di proteggerlo, di sottrarre la sua creatura, di salvarla. Ma invano. Ella stessa è rimasta ferita, tale è stata la foga di quegli attimi fatali.
Ebbene sì, si tratta di un fatto che ci sconvolge e che ci scuote. Ed è bene aprire un dibattito, ragionare, approfondire, porre certi quesiti allo scopo di comprendere ed evitare che simili eventi possano ripetersi. Ciò che invece è sbagliato è criminalizzare i cani che sono i migliori amici dell’uomo, come insegna la saggezza popolare, non a caso. Penso ai cani-pastore, ai cani-guida che rappresentano un supporto indispensabile per le persone non vedenti, ai cani-poliziotto, che lavorano al servizio della collettività e che si sono rivelati e seguitano a dimostrarsi ogni dì formidabili supporti in operazioni di polizia e persino in attività di intelligence, come la lotta al terrorismo. Il mio pen-
siero va anche a quelle bestie che vivono con persone anziane o con persone sole o malate, costituendo per queste talvolta l’unica compagnia e l’unico conforto, capace di salvarle da un’esistenza che apparirebbe altrimenti priva di senso e di scopo.
I cani rivestono una vera e propria funzione sociale. Ci fanno sentire amati e ci danno l’opportunità di amare, ossia di prenderci cura di qualcuno che ha bisogno di noi e che campa del nostro affetto. Vedi, Francesco, sempre diciamo che per essere felici dobbiamo sentirci amati.
Non è falso. Ma trascuriamo che per essere davvero felici dobbiamo soprattutto amare. Ed è così che l’amore ci migliora, ci cambia, ci fa evolvere.
Vivere con un cane, o anche con un gatto, come con qualsiasi altra bestiola, ci responsabilizza verso un altro essere vivente che non ha altro che noi al mondo e che da noi dipende e ci fa capire l’importanza e la bellezza che risiede nel dare.Il che non mi pare affatto poco. Ritengo che, se non esistessero i cani, questo pianeta sarebbe peggiore, probabilmente invivibile.
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