Il nostro vero tesoro è ciò che sappiamo fare

In effetti rappresenta un paradosso il fatto che le imprese debbano produrre e fatturare di meno perché mancano i lavoratori

Il nostro vero tesoro è ciò che sappiamo fare
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Caro Direttore Feltri,
la notizia, che è fresca fresca, mi ha sorpreso: quasi la metà delle piccole imprese lombarde è costretta a rifiutare gli ordinativi a causa della assenza di personale, costringendosi spesso ad una riduzione della propria capacità produttiva. Mancano i lavoratori persino in una regione considerata l'epicentro della occupazione, dove domina il culto del lavoro e dell'efficienza. Come è possibile che oggi la gente non abbia più voglia di sgobbare? Non è quindi servito a nulla rimodulare il reddito di cittadinanza per spingere le persone a trovarsi un impiego?
Lorenzo Recalcati

Caro Lorenzo,
in effetti rappresenta un paradosso il fatto che le imprese debbano produrre e fatturare di meno perché mancano i lavoratori. Si crea una sorta di circolo vizioso che porta la nostra economia al ribasso, in sofferenza, incidendo negativamente anche sulle casse statali e sulla nostra qualità della vita.

Non so se le persone non abbiano più voglia di lavorare. Lo sospetto, tanto più quando osservo manifestanti contro il taglio del reddito di cittadinanza aggredire la polizia, eppure non ne sono sicuro. Non ho dubbi invece su un altro punto: alle aziende occorrono lavoratori specializzati e spesso chi si propone o chi, essendo disoccupato, potrebbe proporsi, non risulta idoneo a ricoprire certi ruoli non disponendo delle conoscenze e della formazione specifiche per quel determinato segmento produttivo. Insomma, ad essere assente più della voglia di lavorare è la competenza. Certi mestieri poi non sono più attrattivi. Questo non possiamo negarlo. Oggi è diffusa l'idea del soldo facile, del successo facile, della popolarità facile, tanto agognata dai giovani. Quello che è difficile non viene né intrapreso né perseguito. Sudare è ritenuto forse poco elegante. Ma per me il sudore è sempre stato sacro. Il lavoro, se è umile, è visto come qualcosa di poco dignitoso. Eppure cosa vi è di meno dignitoso del non lavorare, del vivere sulle spalle dei genitori, della famiglia, dello Stato? Ogni attività lavorativa, purché onesta, per me è nobile e parimenti nobile è colui o colei che la svolge.

Ai miei nipoti do un unico consiglio, quello di imparare un mestiere, perché soltanto in tal modo potranno coltivare la loro indipendenza e la loro libertà. Nella vita si può perdere tutto. Si perdono pure le persone che amiamo. Si perdono gli impieghi.

Si perdono i soldi, gli oggetti, i possedimenti. L'unica cosa che nessuno può sottrarci è ciò che abbiamo appreso. Ci resta dentro e potremo sempre adoperarlo a nostro vantaggio. Non possiamo non sapere fare niente. Dobbiamo sapere fare almeno una cosa e bene.

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