Occhio alla truffa on line dei negozi che “chiudono”. Ecco come smascherarle

Post strappalacrime per annunciare la chiusura dell'attività, sconti imperdibili e liquidazione delle scorte: ecco l'ultima truffa che spopola su Facebook

Occhio alla truffa on line dei negozi che “chiudono”. Ecco come smascherarle
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Sconti imperdibili, promozioni e svendite. Ma non solo. Negozi, brand italiani pronti a svendere tutto e attirare nuovi clienti. Questa è l’ultima truffa che – negli ultimi mesi – sta popolando sui social. La strategia è tanto semplice quanto pericolosa per il consumatore. Grazia ad alcune immagini realistiche generate dall’intelligenza artificiale, i truffatori si fingono proprietari di un negozio che ha deciso, soprattutto per cause economiche, di svendere le sue scorte.

La truffa

Negli ultimi mesi su Facebook e Instagram sono comparsi post sponsorizzati di presunte gioiellerie e negozi di abbigliamento artigianali – italiani e internazionali – che annunciano la chiusura definitiva dopo anni di attività, e la conseguente liquidazione totale della merce. Questi post, ovviamente, rimandano ai rispettivi siti web dove è possibile acquistare i loro prodotti a prezzi competitivi, con sconti fino all’80 per cento. Peccato che dietro questo annuncio apparentemente affidabile si nasconda una truffa. Il negozio fisico nella maggior parte dei casi non esiste e il consumatore se ne accorge solo dopo aver pagato. Un sistema che si avvale della cosiddetta tecnica del dropshipping: si tratta di un sistema di vendita legale nel quale il venditore fa da intermediario tra il produttore della merce e il suo compratore senza avere un vero e proprio negozio. Il venditore non ha un magazzino ma si limita soltanto a creare una sorta di vetrina online per rivendere i prodotti di terzi.

Il caso di Bologna

L’ultimo caso ha rigauardato l’attività “Tagliabue” a Bologna. “Con grande tristezza e le lacrime agli occhi – questa il messaggio per avvisare della chiusura – dobbiamo comunicarvi che dopo tanti anni di impegno nella nostra boutique Tagliabue è giunto il momento di arrenderci. È come se avessimo combattuto contro dei giganti, i cui enormi budget e potere ci hanno messo in difficoltà. Purtroppo, la nostra situazione finanziaria non è più sostenibile”. Nel post si annuncia anche la svendita totale di ‘Tagliabue abbigliamento’ con sconti fino all’80 per cento. Nulla di tutto questo, poi, risulta combaciare con la realtà. I vestiti provengono dalla Cina, sono di scarsa qualità e, soprattutto, la foto del post è creata con l’intelligenza artificiale.

L’annuncio è ingannevole, non esiste alcuna liquidazione per chiusura dopo anni di attività. La merce che arriva è di pessima qualità, taglie sbagliate e senza possibilità di reso.

C’è una mail a cui rivolgersi che cambia spesso, ma non vengono mai date delle risposte concrete per la risoluzione della contestazione, ti propongono di trattenere la merce perché i costi dei resi in Cina sono elevati e ti chiedono di ordinare altre taglie ma pagando il trasporto”, commenta un utente che è rimasto incastrato.

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