Buonasera Valeria, in riferimento all’oggetto... (credo che Silvia si riferisca alla lettera di Tommaso T. inorridito dalla richiesta della sua bella di «cantarle» una «canzone» di Bach..., ndr). Offro il mio contributo perché, dopo quarant’anni di frequentazione con «la mia metà», a volte ancora tentenno davanti all’evidenza dei fatti: il mio «ragazzo» (il virgolettato è d’obbligo, visto la non più verde età...) non ha i miei stessi interessi. Ma nemmeno io ho i suoi. Lo scopro adesso? Sì! O meglio, è già da un po’ che qualche sospetto ci sovviene... ma, nell’arco della nostra esistenza convissuta, l’adesso è proprio un «frame», una cornice. Crisi di identità? Crisi di coppia? Crisi di progettualità? Ebbene sì. Perché quello che ci piaceva e ci appariva quarant’anni fa, ha preso, qualche volta, strade, forme, ritmi e stupori diversi: quello che ci piaceva un tempo lontano ora si è forse smarrito nelle pieghe della vita, ma non è andato perduto e questa comunione, senza nemmeno la buona creanza di annunciarsi, riappare limpida e cristallina come un tempo. Ti amo. Ti odio, ti respingo e ti attraggo... ma senza di te e le nostre diversità, i nostri grezzi linguaggi, le nostre preferenze in materia musicale, culinaria, vacanziera e cinematografica saremmo altri e non noi, quelli che, quarant’anni fa si riconobbero dall’odore il quale, checché se ne dica, in fondo non cambia. Mai.
Silvia, un mamma antica
Cara Silvia, mi piace molto il cambio di passo della sua lettera che prima si rivolge a me e alla fine diventa una dichiarazione d’amore a suo marito. E trovo che lei abbia perfettamente ragione. Di norma, quando gli altri dicono che una coppia è formata da due perone che non c’entrano niente una con l’altra, significa che l’abbinamento è in realtà perfetto. Trovo ci si unisca molto più per «compensazione» e quindi per differenze che non per identità. Le caratteristiche opposte possono essere anche molto stimolanti, soprattutto quando ogni cosa procede per il meglio. Nei periodi di crisi o tensione però, trovo che l’essere tanto dissimili si trasformi in un elemento esplosivo. Di sicuro in una cornucopia di accuse.
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