"Preservare i benefici dell'islam". E l'imam dà istruzioni sul voto

Prima la preghiera ad Allah, poi l'invito al voto. L'imam di Lecce esorta i fedeli in vista delle elezioni: "C'è in preparazione una legge che cerca di chiudere le moschee. Dobbiamo muoverci..."

"Preservare i benefici dell'islam". E l'imam dà istruzioni sul voto
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Prima la preghiera ad Allah, poi l'invito al voto. L'esortazione ad agire nel segreto dell'urna per "preservare i benefici dell'islam". I temi della campagna elettorale entrano in moschea e arrivano direttamente sul pulpito dell'imam. Proprio nel giorno in cui scoppiava la polemica per la preghiera islamica all'interno dell'università occupata di Torino, a circa mille chilometri di distanza i seguaci del profeta Maometto ascoltavano un appello in vista delle ormai prossime elezioni: un invito a "prestare attenzione agli affari dei musulmani" in occasione del voto. A pronunciarlo, l'imam della moschea di Lecce, Saifeddine Maaroufi.

Come si ascolta in un video pubblicato sui social, nel proprio sermone del venerdì l'esponente religioso a un tratto ha colto l'occasione per portare l'attenzione dei fedeli sulle prossime elezioni. E sulla necessità di votare candidati che rappresentino gli interessi dei musulmani. "Se dobbiamo scegliere chi si occuperà della nostra vita quotidiana, chi gestirà la nostra città e le leggi che determineranno i nostri diritti, non possiamo sperare che venga qualcuno che con il suo buon cuore si metta a scegliere le cose buone per i musulmani. Dobbiamo fare la nostra parte. Quindi chi ha la possibilità di intervenire, deve votare qualcuno che si impegna a fare le cose giuste per i musulmani", ha affermato l'imam dal suo scranno, facendo poi un preciso riferimento all'attualità.

"C'è in preparazione una legge che cerca di chiudere le moschee, quindi noi non possiamo guardare inermi, dobbiamo muoverci anche sul lato dei rappresentanti del popolo. Quindi, fratelli, chi la possibilità e ha la cittadinanza italiana, dovrebbe pensare a questo impegno per l'Islam", ha proseguito il capo della comunità islamica leccese, alludendo alla proposta di legge (approvata per ora dalla Camera e in arrivo al Senato) che prevede restrizioni sulle moschee nate in luoghi considerati "non idonei". Promossa dal capogruppo alla camera di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, la norma mira a prevenire la creazione di luoghi di culto islamico in sedi del terzo settore, introducendo un principio di maggiore trasparenza.

"È un passo avanti per porre un freno alle situazioni di abusivismo che hanno permesso di utilizzare garage, capannoni, magazzini, per finalità diverse da quelle proprie", aveva affermato il primo firmatario del testo, suscitando l'allarme delle comunità islamiche e l'ira della sinistra. Non è dunque un caso che il tema sia entrato con decisione nel sermone pronunciato in moschea. "Mantenere le case di Allah aperte è una 'ibadah' (servizio a Dio). Questo, fratelli in Allah, è il nostro compito in questo momento", ha esclamato ancora l'imam di Lecce. "Stanno cercando di fare delle cose che potrebbero impedire ai credenti di praticare la loro fede. In quel caso cosa dobbiamo fare? Rimanere inermi e guardare senza agire?", ha quindi aggiunto, pur senza menzionare espressamente alcun candidato o partito politico.

Il messaggio, però, è arrivato comunque forte e chiaro. La comunità islamica intende far sentire la propria voce attraverso le urne (cosa legittima, ovviamente), perché questo desidera Allah. Ma l'imam, a seguito del nostro articolo, ha affidato ai social alcune precisazioni e una replica che di buon grado riportiamo. "Se avessi predicato l’isolamento e il rifiuto delle leggi e dei doveri di cittadini, mi avrebbero accusato di predicare l'oscurantismo e di complottare contro lo stato… Predichi, invece, di participare alla vita sociale e fare i propri doveri sanciti dalla Costituzione, diventi complottista in cerca di 'conquiste islamiche' !! Parole che non ho proferito d'altronde", ha scritto l'esponente religioso, che anche in un altro passaggio ha affermato di non aver usato quell'espressione. Ma quella frase compare in una scritta in lingua araba che accompagna il post social dell'imam e che il traduttore digitale di Google, al quale ci siamo affidati, rende letteralmente così: "Scegliere qualcuno che ci rappresenti, al fine di preservare le conquiste dell’Islam, è una questione necessaria attraverso la quale cerchiamo il piacere di Dio". Un altro traduttore online, che per ulteriore scrupolo abbiamo poi consultato, parla invece di "benefici dell'Islam" o di "guadagni"; espressioni che riportiamo per completezza d'informazione ma che in ogni caso non stravolgono il senso generale della frase iniziale.

L'imam ha infine definito il nostro articolo "allarmista" e ha lamentato una

"caccia alle streghe": ce ne rammarichiamo, perché in realtà la cronaca si limitava a riportare un episodio avvenuto alla vigilia del voto e nel mezzo della discussione sulla proposta di legge ora al vaglio del Senato.

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