Che due palle queste generazioni. Chi nascerà il prossimo anno apparterrà alla generazione Beta, l’Alpha è finita (io non sapevo neppure fosse iniziata), così è stato deciso, perché viviamo nell’epoca del generazionismo, di un sociologismo che ha bisogno di classificare le generazioni sempre più velocemente, a cosa serva non si capisce bene. Con linee di demarcazioni nette, e non solo, anche previste in anticipo.
Questa Beta, tanto per dire, si sa già che finirà nel 2038, senza sapere cosa succederà nel 2038, come cambierà o meno la società. Prima del 2038 potrebbe essere scoppiata una guerra mondiale nucleare e i superstiti saranno una generazione radioattiva oppure solo scarafaggi, la generazione Blatta. L’Alpha, comunque, era iniziata nel 2013, la Z nel 1997, la X nel 1965, e prima c’erano i Baby boomers, la Generazione silenziosa, la Greatest Generation, e la Generazione perduta, tra il 1883 e il 1900.
Prima del 1883 non c’erano generazioni, si sono fermati lì, forse perché non c’era nessun sopravvissuto, ma nessuno di noi ha mai avuto un nonno dicendo «sai, è della Greatest generation». Non si aspettano neppure i venticinque anni, il passaggio da una generazione all’altra secondo chi le classifica è sempre più breve, cosa significhino significa sempre meno di quel meno quel poco che già significavano prima. Anche perché il nome di una generazione dovrebbe essere legato a cambiamenti radicali di mentalità, di costumi, di modi di pensare, di cultura, sebbene non abbia mai cambiato niente nominarle, e non ho mai sentito nessuno farlo, tipo «Sai, io sono dell’Alpha», come se fosse nato su Alpha Centauri.
L’unica generazione che viene nominata spesso è «boomer», usato come insulto dai giovani rispetto ai vecchi, e per essere vecchi per loro basta avere più di quarant’anni. Peccato che la maggior parte delle persone a cui viene dato del boomer siano X o Y (sembrano due cromosomi).
E poi, con tutti
questi cambi generazionali, sono sempre tutti lì a parlare di comunismo e fascismo. A proposito, sapete chi sarebbe davvero un boomer? Steve Jobs, il genio che vi ha messo in mano l’iPhone per scrivere «boomer» agli altri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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