"Reprimono chi lotta". Così la sinistra difende gli anti-Israele

Estrema sinistra e collettivi rossi lamentano un clima di repressione contro le manifestazioni filopalestinesi. E attaccano: "Meloni come Putin". In realtà mistificano i fatti, delegittimando la polizia

"Reprimono chi lotta". Così la sinistra difende gli anti-Israele
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Mistificano la realtà, delegittimano le forze dell'ordine, soffiano sul fuoco delle tensioni. Da giorni gli ultras della sinistra anti-Israele stanno portando avanti una narrazione a senso unico finalizzata a giustificare anche le modalità più ostinate e turbolente del dissenso. Così, seguitano a rappresentare gli interventi della polizia a tutela dell'ordine pubblico come lo "specchio del clima repressivo e antidemocratico" che si respirerebbe in questo Paese (almeno secondo gli attivisti del collettivo Cambiare rotta). Peccato che gli stessi manifestanti non raccontino le cose come stanno davvero e sorvolino puntualmente sulle motivazioni degli agenti in servizio.

Un esempio di questa narrazione parziale lo si ritrova, ad esempio, leggendo un recente post pubblicato in rete da Potere al popolo. "Ieri a Roma hanno caricato un corteo studentesco pacifico pro-Palestina per impedire loro di raggiungere il presidio. A Livorno ammanettati minorenni per uno striscione 'né con Hamas né con Israele, Palestina libera'. Vietati i cortei nei centri storici", hanno scritto i militanti del partito politico. Poi l'immancabile affondo politico contro il premier: "Meloni come Putin". Chissà perché, la ricostruzione dei fatti omette però alcuni dettagli non secondari che cambiano completamente la prospettiva d'analisi.

A Roma, infatti, la polizia era intervenuta dopo che i manifestanti erano avanzati là dove non gli era stato consentito. Nei video che circolano in rete si vedono infatti poliziotti che intimano agli attivisti di fermarsi, senza però venire ascoltati. Il corteo studentesco procede spedito per diversi metri e solo a quel punto gli agenti in tenuta antisommossa si ritrovano costretti a frenare la folla con modalità più energiche. Peraltro, nemmeno ci sembra corretta la definizione di "carica" vera e propria, visto che il contatto tra i poliziotti e i dimostranti dura fortunatamente solo pochi istanti. Analogamente, a Livorno le forze dell'ordine sono intervenute dopo che - secondo quanto riferisce la stampa locale - si erano già verificati momenti di tensione tra alcuni attivisti pro-Israele e i manifestanti filopalestinesi.

"Soltanto grazie alla presenza delle forze dell'ordine che sono intervenute prontamente fermando ed identificando i facinorosi, si è potuto scongiurare il peggio", ha dichiarato Carlo Ghiozzi della Lega di Livoro, denunciando anche "ignobili aggressioni subite da alcuni esponenti della comunità ebraica livornese" avvenute proprio in quelle ore, a testimonianza di un clima che meritava un particolare grado d'osservazione.

Secondo il collettivo rosso che definisce Israele uno

"Stato fascista", invece, gli interventi delle forze dell'ordine a Roma e in altere città sarebbero una repressione nei confronti di chi lotta. Perché, guarda caso, la responsabilità è sempre e comunque di qualcun altro.

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