Gentile Direttore Feltri,
leggo quasi quotidianamente di ragazze, alcune addirittura minorenni o appena maggiorenni, che vengono stuprate di sera da ubriache o drogate o anche entrambe le cose. Gli uomini fanno schifo, sì, ma a queste ragazzine andrebbero date regole. Forse sarebbe il caso di insegnare loro che il mondo è pieno di pericoli e che bisogna essere vigili
e salvaguardarsi e non buttarsi in pasto ai lupi. Però questo non si può dire, altrimenti veniamo accusati di essere maschilisti e di stare dalla parte dei violentatori.
Lei cosa ne pensa?
Gerardo Chindemi
Caro Gerardo,
posto che lo stato di ebrezza e quindi di assenza di lucidità e di capacità di azione e reazione di un soggetto che diviene vittima di un reato, qualsiasi reato e non soltanto la violenza sessuale, costituisce un'aggravante a carico dell'autore della condotta incriminata e non di chi, suo malgrado, quella condotta l'ha subita, è fattuale che ci sia una generale carenza di educazione volta all'autotutela.
Se oggi si parla di auto-salvaguardia e si forniscono alle giovani quelle regole essenziali che ne agevolano l'auto-protezione, suggerimenti e consigli il cui fine insomma è quello di aiutarle a riconoscere ed evitare situazioni di potenziale pericolo, ecco che si viene tacciati, come tu stesso lamenti, di sessismo. Ci urlano: «Insegnate ai maschi che non si deve violentare e non alle femmine di non bere». Che discorsi del piffero! Li trovo esageratamente superficiali e inutilmente polemici. In verità, sessista è lasciare le donne in una condizione di inconsapevolezza riguardo i rischi a cui ciascuno di noi è esposto a prescindere dal genere. Ci fa orrore la parola «responsabilizzazione». Affermare che una fanciulla deve essere responsabile verso se stessa non significa addossarle la colpa o
la responsabilità di un'eventuale aggressione sessuale, bensì esortarla ad adottare quelle accortezze che ne assicurano il benessere e la sicurezza. Ai ragazzi deve essere insegnato che bere e drogarsi sono comportamenti che non soltanto producono danni alla loro salute fisica e mentale ma che altresì li pongono in uno stato di vulnerabilità nel quale non dovrebbero mai trovarsi. Non possiamo contare sul fatto che il mondo sia bello o che debba essere un posto accogliente, non possiamo contare sul fatto che la gente dovrebbe essere perbene e neppure sul fatto che i maschi non dovrebbero approfittare delle femmine in difficoltà, quindi accompagnarle a casa se ubriache e non abusarne. I giovani di ambo i sessi devono sapere che la società è gremita di trappole e che serve restare svegli per non caderci dentro. Se ci cadi da ubriaco non è comunque colpa tua, non si può sostenere che tu te la sia andata a cercare o che sia responsabile o co-responsabile di chi ti ha fatto del male, tuttavia è chiaro che la tua condotta non è stata responsabile nei confronti di te stesso. E questa presa di coscienza segna una crescita, una maturazione che si traduce in un cambiamento di atteggiamento.
In sintesi, responsabilizzare le ragazze non equivale
al deresponsabilizzare gli stupratori. I genitori hanno il dovere di dialogare con i figli e di spiegare loro che bere come spugne, ricorrere a sostanze stupefacenti, incluse quelle dette impropriamente «leggere», li esporrà alla probabilità di finire nelle grinfie di individui pieni di pessime intenzioni.
Non bere, non drogarsi, mantenere un contegno, conservare la dignità e non finire come un sacco di patate sul marciapiede o sul pavimento del locale, sono forme di amore e di rispetto verso se stessi. Una volta ci ripetevano di non accettare caramelle dagli sconosciuti, oggigiorno persino consigliando ciò si finisce con l'essere accusati di colpevolizzare la vittima che accetta le caramelle.
È
vero, si viene stuprate anche da sobrie, ma senza dubbio una delle maniere più efficaci di evitarlo è fare in modo di conservarsi lucide. Di contro, una delle maniere più efficaci per agevolarlo è avvicinarsi al coma etilico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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