Al rogo Ultimo tango. Lo vogliono le parigine di #moiaussi, traduzione sulla Senna dell’altrove #metoo, bloccata la proiezione del film di Bertolucci, anno 1972, prevista nella capitale francese in omaggio e memoria di Marlon Brando. Rivolta e manifestazioni delle femministe che urlano e ricordano la violenza ideata e realizzata dal regista italiano con la complicità dell’attore americano sul corpo della diciannovenne Maria Schneider la quale, a distanza di anni, rivelò al Daily Mail, di avere subìto quell’atto senza esserne stata informata e dunque consenziente.
Un capolavoro dei sentimenti, così fu definita l’opera filmica dall’accademia della critica americana ma il clima europeo era diverso, si segnalarono fumi e non di incenso nelle stanze del Vaticano, la postura, il lubrificante (essendo Parigi trattavasi del burro ça va sans dire), l’età matura dell’uomo, acerba della donna, fecero clamore, la censura portò alle fiamme la pellicola con un paio di copie ancora libere dal rogo, l’inquisizione si scatenò chiedendo addirittura il gabbio per il mandante e lo stupratore e qui si dovrebbe aprire un dibattito se non un’inchiesta.
Riporto le parole di Vittorio Storaro, maestro della fotografia cinematografica:”Di questo io sono un testimone oculare, ero lì. Ero a un metro e mezzo da Marlon Brando e Maria Schneider mentre facevano quel tipo di scena. Ma io dico, ma siete tutte pazze? Ma come fate a pensare che una scena, in un film, recitata in un modo tale che ti può anche far credere, nella storia ti devi identificare, che possa essere accaduta, che sia vera? Quella storia è stata scritta in un copione, gli attori l'hanno letta, erano d'accordo nel farla e cinque minuti dopo scherzavamo e ridevamo. Questi sono degli abusi che molti giornalisti stanno facendo: sbatti il mostro in prima pagina, senza avere le necessarie ricerche, studi e conferme delle cose che stanno scrivendo".
E stanno urlando, aggiungo, perché Parigi brucia, perché le femministe si mettono il parruccone, odiano giustamente la violenza ma la usano per propaganda ideologica in un tempo in cui l’uso e l’abuso dei social porno ha sostituito il grande teatro erotico, si fa per dire, delle boites, delle tette al vento delle ragazze del Lido, è un can can di frasi che portano alla ritirata, come è accaduto non certamente per un’opera artistica, nei nostri domicili con il divieto a Tony Effe di presentarsi al Circo Massimo per il concertone di capodanno ma di salire a Sanremo per il festival. Roba da matti italiani e, meglio, da Folies Françaises.
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