
Azione e reazione, con la speranza che la diplomazia e la ragionevolezza possano riprendersi la scena.
La minaccia di controdazi da parte dell'Unione europea è più che mai in piedi. E il portavoce della Commissione Olof Gill spiega che non si faranno sconti nell'applicazione di queste misure. «La lista finale dei prodotti su cui applicare contromisure sarà ben selezionata per provocare il massimo impatto nei confronti degli Stati Uniti e ridurre al minimo l'impatto sull'economia dell'Ue». Il messaggio non è però univoco. Steffen Hebestreit, il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo la decisione di Washington di aumentare i dazi sulle importazioni di automobili, puntualizza che l'Unione europea spera ancora di evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti. «Per il momento contiamo ancora sulle discussioni con gli Stati Uniti per raggiungere un accordo che forse eviterebbe una guerra commerciale», spiega. Scholz si sta occupando degli affari correnti fino alla nomina del suo successore, il conservatore Friedrich Merz, prevista per la fine di aprile. Il suo portavoce puntualizza che una guerra commerciale «farebbe solo perdenti» e interrogato su una possibile risposta dell'Ue che metta nel mirino anche i giganti tecnologici americani, precisa che al momento «nulla è escluso». Nel rimescolamento delle carte e delle relazioni diplomatiche internazionali c'è anche la prospettiva del dialogo con la Cina che prende quota. Nelle ore in cui il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot annuncia che la Cina ha accettato di posticipare di tre mesi la possibile applicazione permanente di dazi doganali aggiuntivi sui cognac francesi, il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic incontra il ministro al Commercio cinese Wang Wentao e la ministra delle Dogane Sun Meijun. E lancia un messaggio chiaro che sembra avere come destinataria anche l'amministrazione statunitense. «Dobbiamo garantire che la relazione Ue-Cina si basi su condizioni paritarie, in termini di flussi commerciali e investimenti, con un'apertura simmetrica dei mercati», scrive su X il commissario europeo. Con Wang Wentao si è tenuto «un importante scambio su come impostare la nostra relazione su questo nuovo percorso».
Dall'altra parte dell'oceano Atlantico, sembra aprirsi uno spiraglio di dialogo tra Usa e Canada. «Ho avuto una telefonata con Donald Trump molto costruttiva» dice il primo ministro canadese Mark Carney. «Ho detto a Trump che applicheremo dei dazi di rappresaglia ma i due ministri del Commercio intensificheranno i colloqui».
In Italia, il governo continua a gettare acqua sul fuoco. «Bisogna abbassare i toni, no a rapporti muscolari e guerre commerciali che ci danneggiano» dice il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. «Gli Stati Uniti - aggiunge - sono per l'Italia un mercato e un partner importante.
Bisogna mantenere la calma ed evitare il panico. Aspettiamo i primi di aprile e capiamo come, in caso di dazi, mettere in campo risposte comuni, europee, a sostegno di quei comparti che saranno eventualmente danneggiati, tenendo aperta la finestra del dialogo».
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