- Salvini lo fa con l’intento di frenare l’integrazione europea, eppure sull’esercito Ue pone un tema cruciale. Facciamo pure una milizia, ma chi comanda? Il problema di Bruxelles è che si tratta di una costruzione sovranazionale complessa, estremamente burocratica, creata con troppi pesi e contrappesi, formata da popoli che si sopportano ma non si amano. Facciamo fatica a trovare un accordo su come gestire il flusso di migranti, figuratevi se saremo in grado di comandare un battaglione multinazionale senza scannarci ai più alti livelli. Sarebbe bello, sia chiaro. Ma occorre un minimo di realismo. La verità è che anche la Nato, senza l’iniziativa americana, se fosse affidata alle sole cure europee, probabilmente sarebbe immobile. Oppure morta.
- Come volevasi dimostrare, la polemica sull’assenza di Roberto Saviano alla Fiera di Francoforte è la solita bufala per urlare all’inesistente censura. Nessuno ha cacciato mr Gomorra dalla Buchmesse e non è mai successo che il commissario governativo, il povero Mauro Marra, abbia tracciato una linea sul suo nome. Il fatto è che nessuna delle case editrici di Roberto ha inserito l’autore nella lista di candidati a partecipare. Spettava a loro presentarlo e non l’hanno fatto. Il commissario banalmente non l’ha inserito di sua spontanea volontà, come non ne ha invitati altri. Oppure mi volete dire che dobbiamo inserire in Costituzione il fatto che Saviano va invitato sempre e comunque a tutti gli eventi culturali? (Il copyright è del direttore Cerno, del Tempo).
- Alla fine, fa indignare i benpensanti più Meloni che si auto-definisce “stronza” che l’insulto originale di Vincenzo De Luca. Ma cosa dovrebbe fare, il premier, di fronte ad un insulto? Se querela non va bene, o Saviano piagnucola. Se controbatte nemmeno, altrimenti lede l’immagine dell’istituzione. Se cerca un confronto, le danno della coatta. Fateci capire: Giorgia è l’unica donna che deve incassare e stare zitta?
- Non conosco a menadito il libro dell’Apocalisse, ma credo che si stiano verificando tutte le condizioni per la fine del mondo. Primo: Papa Francesco che parla come Roberto Vannacci e se la prende con la “frociaggine” in Vaticano. Secondo: Meloni e De Luca che se le danno di santa ragione a suon di stronzi. Terzo: i tre passeggeri neri negli Stati Uniti che denunciano di essere stati fatti scendere dall’aereo perché “puzzavano”. Mi sa che Giuseppe Cruciani è diventato un virus e ci sta infettando tutti.
- Godevolissimo pezzo di Mattia Feltri sulla querelle degli stronzi. Da vecchio cronista ricorda che l’insulto non è nuovo nel dibattito pubblico: lo usarono Bossi contro Casini, La Russa contro Amendola, Lerner con Bocchino e, più di recente, Kamala Harris con Trump e Biden per Netanyahu. L’aneddoto migliore riguarda però Rosy Bindi, la quale, essendo donna e politica, può servire bene per fare un confronto: a Pannella, era il lontano 2011, Bindi rinfacciò di essere “uno stronzo, nel senso di quella cosa che galleggia nel Tevere, e quando gli stronzi so’ stronzi, galleggiano senz’acqua”. Domanda: anche quelli di Bindi erano “atteggiamenti maschili”? Anche lei andava criticata perché “ha utilizzato un palcoscenico istituzionale pubblica” per dire parolacce? Oppure, immaginiamo, come al solito, siamo qui a fare figli e figliastri?
- Ps: Pannella all’insulto della Bindi rispose in radio. Disse: “La Bindi è stata male interpretata. Quando ha detto stronzi, stronzi, stronzi si stava presentando, essendo lei la Presidente degli stronzi”. Scopriamo che la replica di De Luca a Meloni (“ha rivelato la sua identità”) non è neanche così originale.
- Il contentino a Saviano è servito. Dopo le proteste corali degli intellettuali per una censura che non c’è mai stata e per una esclusione dovuta agli editori di Roberto, non certo al governo, il Commissario governativo capitola. Mauro Mazza ha ribadito che l’assenza dello scrittore non è imputabile né a lui né all’esecutivo, ma alla fine accontenta gli intellò e la cricca in protesta: “Preso atto dell'odierna pur tardiva diversa indicazione di un editore - dice - di fronte alle reazioni e a una corale levata di scudi, avendo a cuore su tutto il successo dell'Italia alla Fiera del libro di Francoforte, il Commissario spera che Saviano accetti l'invito e partecipi a uno dei nostri incontri nelle cinque giornate della Buchmesse”. Visto che ci siamo potremmo anche farlo entrare in carrozza trainata da cavalli e magari stendere un tappeto rosso. Va bene così, Robé?
- L’ultima moda è sostenere che l’utilizzo della parola “stronza” da parte di Giorgia Meloni sia “un atteggiamento maschile”, ennesimo esempio di quella strampalata teoria secondo cui il premier “non è una donna emancipata”, “è femmina ma non femminista” e “di donna ha ben poco”. A sostenere la mascolinità della risposta di Meloni è stata Lella Costa, ma non è la sola, in diretta su La7. "Questa è una forma di bullismo - ha detto - Comincio anche a capire perché Meloni preferisca farsi chiamare il presidente e non la presidente: ha degli atteggiamenti veramente maschili, un tipo di aggressività…”. Ne deduciamo che l’utilizzo di frasi volgari, secondo Lella Costa, sia tipicamente maschile. E che dunque mai le femministe ricorrerebbero a toni così sguaiati. Sicura? Siamo andati a spulciare gli slogan e gli inni di Non Una di Meno, associazione simbolo delle battaglie transfeministe.
Pronti? Giusto due esempi: “Oh Giulietta non temere, che la vita è troppo bella per passarla da sola sul balcone aspettando un coglione”; “La nonna partigiana lo sai cosa ci insegna? Antifasciste sempre, obietta su sta fregna”. Simpatiche, certo, ma non esattamente degne di una milady. Fateci capire, allora: la "mascolinità" del linguaggio vale per tutte e tutt*, o solo per Meloni?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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