- Vorrei tanto chiedere a quella consigliera milanese che difendeva la privacy delle borseggiatrici in metro, cosa ne pensa di quanto successo a Roma. Una rom è stata picchiata a sangue dai suoi “capetti” in tuta perché non aveva rubato abbastanza soldi e soprattutto aveva deciso di non scippare più i turisti. La donna è incinta all’ottavo mese, eppure le costringevano a “lavorare” lo stesso e poi non hanno avuto problemi a massacrarla di botte. E ora veniteci a dire che sono solo malevoli pregiudizi quelli che ruotano attorno ai nomadi.
- Comunque i due maranza che a Milano hanno sputato (dico: sputato) addosso alla tiktoker, “cioè, io raga, non potevo crederci”, erano due giovani di seconda generazione “sicuramente stranieri, non parlavano italiano”. Lo segnalo solo perché nessuno s’è preso la briga di scriverlo nei titoli nonostante quanto successo in Francia (una ragazzina massacrata perché “poco islamica” e un altro ucciso) ci segnali che il problema baby gang nelle “banlieue” sia più che attuale.
- Benché laziale, e pure un tantino rosicante visto il risultato del derby, nulla mi vieta di affermare e confermare che gli sfottò sono il sale del calcio. Dunque chissenefrega se Mancini sventola la bandiera della Lazio con il topo disegnato sopra. Fa parte del gioco.
- Le cose sul campo in Ucraina mi sa che si stanno mettendo davvero male. Non solo perché Kuleba avverte di come le bombe teleguidate di Mosca stiano mettendo a dura prova le difese di Kiev. Non solo perché Zelensky conferma di aver finito i missili. Ma lo si capisce anche dalle parole di Stoltenberg. Una volta il mantra era: “Solo l’Ucraina deciderà quando sedersi ai tavoli di pace”. Adesso siamo a: “Alla fine dei conti sono loro a scegliere quali tipo di compromessi sono disposti a raggiungere” per arrivare a “risultati accettabili". Che in soldoni significa: la riconquista del Donbass e della Crimea, probabilmente, dovete scordarvela.
- Va detta come va detta. Osservando gli ultimi mesi del Campo largo, dalla vittoria in Sardegna al caos a Bari, appare evidente non solo che Elly Schlein non sa più che pesci prendere, ma che il vero dominus del Pd ormai è Giuseppe Conte. È lui che impone i candidati comuni alle elezioni. È lui che detta la linea sul rinnovamento e la lotta ai “capibastone”. È lui che costringe i dem ad essere traballanti sui conflitti in corso. È lui che fa e disfa gli accordi in Basilicata, in Piemonte e in Puglia. Passatemi l'esagerazione, ma se un capo si riconosce dalle scelte che riesce a imporre alle squadre in campo, allora è chiaro: ormai il vero leader è Giuseppi. Se non del Pd, di sicuro della presunta alleanza. Stai a vedere che aveva ragione Zingaretti quando lo definiva un “punto di riferimento fortissimo” dei progressisti…
- Per il Corriere quelle tra M5S e Pd sarebbero “scintille”. Cioè, si sono mandati platealmente a quel Paese e sarebbero solo “scintille”? Fosse successo al centrodestra, avrebbero chiamato i caschi blu dell’Onu contro la “guerra aperta tra bande”.
- Secondo alcuni la promessa di un presunto “condono edilizio” da parte di Salvini sarebbe una sorta di voto di scambio elettorale. “Quattro milioni di abusi da sanare, il tesoro elettorale del condono edilizio”.
Siamo il Paese in cui Renzi ha versato 80 euro poco prima delle elezioni e il M5S s’è inventato il Reddito di Cittadinanza, ma consideriamo uno scandalo permettere la regolarizzazione (magari a pagamento) di piccole irregolarità edilizie. Tra le due “marchette elettorali”, mi sia concesso, preferisco quest’ultima. Soprattutto per le casse dello Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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