Se dare del "maschio" diventa un'offesa

Periodicamente vengono fuori bizzarre indagini

Se dare del "maschio" diventa un'offesa
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Illustre Direttore Feltri,
non può non dirci la sua su questo argomento spinoso: ancora una volta è stata condotta e pubblicata un'indagine che demonizza e demolisce il nostro genere, cioè quello maschile. Dallo studio, condotto da Maria Laura Di Tommaso, ordinaria di Economia politica all'Università di Torino, emergerebbe che i ragazzi maschi sono ignoranti, incapaci di leggere, di scrivere, di parlare, di farsi capire, insomma delle vere e proprie capre, a differenza delle ragazze, ben più intelligenti. Ma non finisce qui. Questo vuoto mentale indurrebbe i giovani a votare a favore dei partiti di destra, conservatori.
A me pare tutta una stronzata. E a lei?
Lucio Migliore

Caro Lucio,
periodicamente vengono fuori bizzarre indagini tese a diffondere il pregiudizio che il cittadino il quale si dica conservatore o di centrodestra sia inevitabilmente e per ciò stesso scemo. Quindi nulla di nuovo. Si tratta del tentativo della sinistra, il cui vizio principale è la tendenza a sopravvalutarsi ritenendosi eticamente e intellettualmente superiore, di diffamare non la destra, bensì cosa questa ben peggiore i cittadini colpevoli di votarla, che vengono dunque criminalizzati. Presentare uno studio, quindi una indagine scientifica, a supporto di questa tesi, ossia che gli elettori di destra sono brutti sporchi e cattivi, non è altro che il tentativo di dare fondamento e validità a quello che è e resta un preconcetto mostruoso e addirittura nazista che costituisce un insulto alla democrazia. Infatti, sostenere che chi è virtuoso e colto prediliga i progressisti, mentre chi è un buzzurro abbia un debole per i conservatori oltraggia i valori fondativi di qualsiasi ordinamento civile e democratico, in cui non ci sono voti che valgono di più e voti che valgono di meno perché tutti i cittadini che esprimono quei voti sono uguali. Principio che i sedicenti democratici dovrebbero conoscere e difendere, ma che pure danno prova di disprezzare. Credo poco in queste indagini sociologiche sfacciatamente di parte, come quelle in base alle quali magari te ne ricorderai coloro che durante la pandemia indossavano male il dispositivo di protezione individuale erano di destra o coloro che sceglievano di non sottoporsi alla vaccinazione contro il coronavirus, detti anche e impropriamente «no vax», erano di destra, meloniani, oltre che ignoranti, aggettivo che ricorre di frequente quando i progressisti dipingono i conservatori. Non ci resta che riderne. Ridere perché è ridicolo che quelli che vantano apertura e acume mentale scadano in simili sillogismi frettolosi e strumentali, i quali tradiscono una troppo elevata concezione di sé e una predisposizione a giudicare e persino ad etichettare le persone in base al loro orientamento politico. Lo trovo profondamente ingiusto.

C'è poi un altro aspetto, non meno preoccupante, che trapela da codesti studi «politologici», ovvero l'ostilità nei confronti del genere maschile, come tu stesso hai notato. La sinistra non è femminista, semplicemente odia il maschio. Il femminismo non può né deve tradursi nella guerra al sesso opposto.

Chi, a livello addirittura maniacale, lo trasforma in ferocia verso chi femmina non è ha travisato del tutto il concetto originario e alto di lotta per la parità effettiva dei diritti e delle opportunità. E le autentiche femministe intanto si rivoltano nella tomba.

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