"Quella società non è mia". Durigon sporge denuncia per furto d'identità

Il sottosegretario al Lavoro presenta una denuncia alla Guardia di Finanza dopo avere scoperto che è stata intestata a suo nome un'azienda a Londra. "Un attacco alla democrazia"

"Quella società non è mia". Durigon sporge denuncia per furto d'identità
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In piena campagna elettorale, a pochissimi giorni dal voto, un caso politico-mediatico pronto a esplodere viene prontamente stoppato dal diretto interessato: Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro per la Lega, ha infatti annunciato di avere depositato una denuncia alla Guardia di Finanza per furto d'identità dopo la pubblicazione della notizia che il suo nome sarebbe stato servito per aprire una società a Londra intestata a lui. Il Carroccio, in un comunicato, commenta duramente la vicenda: nel ribadire "l'affettuosa e convinta solidarietà" del partito a Durigon, si parla di un "ennesimo episodio inquietante" e di "un vero e proprio attacco alla democrazia". Il movimento guidato da Matteo Salvini aggiunge che, dopo lo "scandalo spioni, su cui è calato un silenzio assordante, nelle ultime ore emerge un'altra notizia allarmante: il sottosegretario Claudio Durigon ha denunciato un furto di identità, che è servito per aprire una società a suo nome a Londra". E questo è successo dopo che il sottosegretario è "stato informato dai media".

La notizia viene pubblicata nell'edizione odierna cartacea del quotidiano Domani. Il giornalista Nello Trocchia racconta che il 23 ottobre 2023, a un anno esatto di distanza dall'insediamento del governo Meloni, è apparso un numero composto da otto cifre attorno al quale circolerebbe "l'ultimo mistero intorno a un esponente" dell'esecutivo nazionale di centrodestra. Si tratterebbe "dell'identificativo di una società" aperta poco più di sette mesi da nella capitale del Regno Unito. "Di illegale non c'è niente", ci tiene a specificare l'articolo in questione, visto che sono tanti gli italiani che hanno un'azienda in Gran Bretagna. Tuttavia il titolare sarebbe un politico: "Un senatore della Repubblica e sottosegretario al ministero del Lavoro. Si tratta di Claudio Durigon", viene scritto nel pezzo d'inchiesta.

Trocchia prosegue affermando di avere immediatamente contattato il parlamentare leghista chiamato in causa, il quale inizialmente avrebbe replicato con fermezza di non essere proprietario di "nessuna società, né italiana né tantomeno inglese o estera", invitando il giornalista di verificare "bene le sue informazioni prima di scrivere cose false". A questo punto all'esponente di governo viene inviato il documento con tutti i dati societari. "Mai aperta, io non ho società in Italia e neanche a Londra, le dico e ribadisco che non sono io", risponde nuovamente Durigon alle sollecitazioni". L'unico elemento a conoscenza del Domani è che sarebbe stata aperta a Londra la "Service e Consulting Center Limited, una società con un unico titolare: Claudio Durigon, data di nascita settembre 1971". Questa di occuperebbe di attività di consulenza finanziaria e ha l'indirizzo in una strada dove compaiono registrate altre centinaia di aziende.

Nel 2022 erano state registrate nel Regno Unito più di 800mila imprese, 219mila delle quali avevano sede proprio dentro la City. L'articolo rivela che, comunque, esista la possibilità che qualcuno apra una società a Londra "senza che il diretto interessato ne sappia niente". Anche perché è estremamente semplice poterlo fare con appena venti euro collegandosi con un computer al registro imprese. Inoltre, da questa società è partito almeno un bonifico che è servito per pagare una consulenza svolta da un professionista in Italia; ma, interrogato, chi ha confermato di avere ricevuto il pagamento ha affermato di "avere interagito con una persona, una donna", continua l'articolo. Durigon, insomma, mai visto. E così, una volta che è stato chiesto a Durigon chi mai potesse avere utilizzato il suo nome, lui ha annunciato: "Guardi, siccome lei mi ha dato il documento sto andando a presentare denuncia". Ora bisognerà capire dai magistrati chi sia stato l'autore del raggiro.

Sempre nella giornata di oggi, Durigon ha rilasciato un'intervista alla Verità dove ha continuato a negare i fatti addebitatigli: "A Londra non ci vado da 20 anni, almeno dal 2004 con i miei figli. E soprattutto che non ho niente a che vedere con questa storia. Non ho mai avuto né pensato di aprire una società là". Gli stessi agenti da cui si è recato per sporgere la denuncia gli hanno poi spiegato che non ci vuole molto a falsificare un documento come questo: "Qualcuno avrebbe potuto tranquillamente usare il mio nome per aprire questa azienda, anche con una semplice fotocopia di un mio documento", rivela. Il sottosegretario al Lavoro ricorda poi che era già stato coinvolto sui casi di dossieraggio scoperti dalla procura di Perugia che vedrebbe coinvolto il finanziere Pasquale Striano. "Tra le vittime c'ero anche io - aggiunge -. È stata una brutta pagina che abbiamo visto nei mesi scorsi.

Ora stiamo aspettando di sapere dalla giustizia cosa è avvenuto per davvero". Di certo, sull'affaire londinese, ci sarà da aspettare: "Si tratta di qualcosa di molto inquietante che di sicuro non si risolverà nel breve periodo. Anzi…".

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