Una premessa: io Tik Tok non l’ho mai sopportato. Un’altra premessa: neppure la mancanza di oggettività e razionalità. Ora il tema serio: l’impatto dei social sui bambini, e nello specifico di Tik Tok (che negli USA è sotto accusa per un altro motivo, i dati a cui la Cina può avere accesso). Qui però c’è un’altra questione: sette famiglie in Francia hanno fatto causa a Tik Tok per aver esposto i bambini a materiale potenzialmente letale. Di queste famiglie una ha avuto la figlia morta suicida tre anni fa. Tik Tok da parte sua risponde che le linee guida vietano qualsiasi promozione al suicidio (e ci mancherebbe), e ci sono 40000 professionisti che rimuovono post pericolosi.
Ora, da una parte ci sono le famiglie, un’adolescente suicida, e dall’altra il social network più utilizzato dai ragazzi che, ricordo, è vietato ai minori di tredici anni, sebbene lo usino anche i più piccoli, con l’autorizzazione (e gli smarthphone regalati ai figli) delle famiglie. Che ci sia un controllo da parte di Tik Tok con algoritmi e addetti non ho dubbi. Che qualcosa, prima di arrivare a essere cancellata, possa scappare prima di essere eliminata anche, stiamo parlando di un social con più di un miliardo e mezzo di utenti attivi che postano ogni giorno centinaia di milioni di video.
Tuttavia dare la colpa al social è anche facile. Io vorrei capire caso per caso, conoscere le singole situazioni familiari, perché spesso sono anche i figli a essere lasciati soli di fronte allo schermo, a non avere un dialogo con le proprie famiglie. So che sto toccando un tema delicato, c’è una ragazzina che si è suicidata, ma se lo ha fatto perché ha visto un contenuto di Tik Tok il problema non può essere, di per sé, Tik Tok. Troppo semplicistico. Non conosco queste famiglie, quindi non posso avere un’opinione in merito, ma non c’è un’epidemia di suicidi tra gli adolescenti dovuta a Tik Tok. Di sicuro ci sono molti bambini e adolescenti poco seguiti dalle famiglie, anche per strada, senza social.
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