Chico Forti tornerà in Italia. Questa la promessa mantenuta da Giorgia Meloni, che ha annunciato il rimpatrio dell'italiano dopo ventiquattro anni di carcere negli Stati Uniti. Proseguirà la sua pena in un penitenziario del nostro Paese a seguito di una condanna all'ergastolo per l'omicidio di Dale Pike, trovato assassinato il 15 febbraio 1998 sulla spiaggia di Sewer Beach, per il quale lui si è sempre dichiarato innocente. Nato a Trento l'8 febbraio 1958, Chico (vero nome Enrico) Forti si è trasferito in America nel 1992, dopo aver vinto una grande somma di denaro nel programma televisivo TeleMike.
La passione per il windsurf
È grazie a quei soldi che riesce a inseguire il suo sogno americano, dopo che quello sportivo è andato a infrangersi a causa di un incidente automobilistico. Chico, infatti, subito dopo il diploma, conseguito nel 1978, lascia la sua Trento per trasferirsi a Bologna e seguire i corsi presso l'Istituto superiore di educazione fisica. Ma già l'anno successivo si avvicina alla pratica del windsurf sul lago di Garda, grazie al suo mentore Karl Heinz Stickl. Questa disciplina lo appassiona al punto da dedicarvisi anima e corpo, fino a raggiungere risultati eccezionali. Forti, infatti, diventa uno dei primi atleti a eseguire il salto mortale all'indietro con la tavola da windsurf. Era il 1984 e già in quegli anni, proprio per seguire la sua passione per la tavola a vela, Forti frequentava gli Stati Uniti, nello specifico le Hawaii, il tempio delle onde. Per diversi anni le isole americane diventano la sua seconda casa ed è qui che dà un contribuito fondamentale allo sviluppo di questo sport, sviluppando e costruendo, insieme a Richard Whyte, la prima rampa di salto per i windsurf.
La carriera da produttore
Nel 1985 diventa il primo italiano a partecipare alla coppa del mondo professionisti PWA, ma appena due anni dopo, nel 1987, l'incidente in auto ne stronca la carriera. A quel punto, Forti è costretto a reinventarsi e dopo una lunga convalescenza e riabilitazione decide di continuare a vivere nel mondo dello sport ma in una veste diversa, quella di produttore per sport estremi. È la fine degli anni Ottanta e quello è un territorio ancora vergine da esplorare. Forti produce filmati mozzafiato per gli sport estremi ma contemporaneamente si avvicina alla carriera giornalistica, sempre con lo sguardo rivolto al windsurf. Contemporaneamente diventa promotore di eventi legati alla tavola con vela e inizia a frequentare le televisioni private italiane come esperto in materia.
Il sogno americano
Le sue produzioni riscuotono un successo sempre maggiore finché Forti non arriva a creare una sua casa che crea contenuti per canali tv, tra i quali anche Espn. È il 1990 e la vita fino a quel momento è stata ricca di grandi soddisfazioni per Chico Forti, che nel 1992 fa il grande salto. Lascia la moglie e vola in America, dove convola a seconde nozze con Heather Crane, modella americana che lo rende padre di tre figli, di cui l'ultimo nato nel 1998. Quello è anche l'anno in cui avviene l'omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony, dal quale Forti stava acquistando un albergo di Miami. A quel punto inizia la vicenda giudiziaria che nel 2000 porta Forti in carcere con l'accusa di omicidio e una condanna all'ergastolo.
La vicenda giudiziaria
Il caso di Chico Forti risulta fin da subito piuttosto complicato. L'italiano viene accusato di "felony murder", ossia di aver compiuto un omicidio nell'esecuzione di un altro reato che, in questo caso, sarebbe una truffa che Forti, per l'accusa, stava compiendo ai danni di Pike padre. Un'accusa che viene mossa in primis da Antonio Fernandez, manager di uno degli hotel dei Pike in Spagna, che informa la polizia americana del fatto che Pike figlio stava volando dal Paese iberico agli Stati Uniti per annullare la vendita. La ragione risiederebbe nel fatto che, secondo Dale Pike, Forti si stava approfittando del padre affetto da demenza senile.
Durante le indagini, inoltre, la polizia americana riscontra un coinvolgimento dell'italiano in alcuni casi di fronde immobiliare a Miami.Forti si è sempre dichiarato innocente e le ombre sul caso, alimentate anche dalle sue diverse versioni fornite agli inquirenti, sono ancora tante.
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