Il fascismo e quell'ossessione della Boldrini per la Meloni

L'ex presidente della Camera accusa il premier di essere cresciuta politicamente sotto l'ideologia fascista. Scontro acceso a Piazzapulita con Bocchino

Il fascismo e quell'ossessione della Boldrini per la Meloni

Non può esistere Laura Boldrini senza l'ossessione per il fascismo. L'evergreen dell'ex presidente della Camera - ormai suo e vero marchio di fabbrica - è ritornato in occasione dell'ultima puntata di Piazzapulita con lo scopo di attaccare Giorgia Meloni. Durante il programma in onda su La7 si stava parlando del recente ricordo del presidente del Consiglio sui 79 anni dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il filone della trasmissione è chiaro: polemizzare con la premier per non avere parlato a sufficienza delle responsabilità nazifasciste riguardanti il tragico episodio che coinvolse 335 italiani a Roma il 24 marzo 1939, nonostante il post sui social della Meloni fosse stato piuttosto esaustivo.

Il direttore del Secolo d'Italia, Italo Bocchino, ospite del programma, respinge le accuse. "Bisogna trovare il modo per accusare la Meloni, che non si è mai sottratta" al tema delle stragi nazifasciste, per poi spiegare nel dettaglio: "Dato che c'era stato un atto ritenuto illegale dagli occupanti – e noi siamo contrari, siamo dall'altra parte – la Germania agì nei confronti di italiani, perché la rappresaglia venne fatta nei confronti di cittadini dell'altro Stato". Tra questi 335 italiani ammazzati dai nazisti "c'erano antifascisti, ebrei e detenuti comuni".

A questo punto interviene la Boldrini, spalleggiata al suo fianco anche da Christian Raimo, il quale comincia un suo show personale per sbertucciare maldestramente Bocchino - tramite l'estrazione dalla sua borsa di libri e papiri che poco avevano a che fare con la discussione – e insultando il giornalista: "Sei un prevaricatore piccolo piccolo". La deputata del Partito Democratico ribadisce le accuse che, già la scorsa settimana, l'Anpi rivolse a Giorgia Meloni: "Quella fu una strage nazifascista, perché i fascisti furono parte in causa". "Ma chi l'ha mai negato?", ribatte prontamente Bocchino, prima di venire nuovamente interrotto dal duo Boldrini-Raimo.

Poco dopo Formigli chiede al direttore del Secolo se non ci sia ancora un problema all'interno di Fratelli d'Italia relativo al tema del fascismo. Italo Bocchino non ha dubbi. "Giorgia Meloni è nata nel 1977 e conosce il fascismo per averlo studiato sui libri di storia - afferma -. Il problema è che la sinistra, uscita stordita dalla vittoria elettorale della Meloni, si attacca al fascismo perché non ha più argomenti per contrastare la Meloni, perché si è schierata dalla parte dei ricchi contro i deboli. Non riesce più a contrastare l'elettorato che sta dalla parte della Meloni. E quindi cosa fa: urla al fascismo. Ma chi se ne frega del fascismo nel 2023", è la chiosa.

Laura Boldrini cerca di tornare a premere sulla Meloni legata ai fascisti perché "Giorgio Almirante, suo riferimento culturale, aveva partecipato alla Repubblica di Salò". Un'obiezione che viene subito messa a tacere da Bocchino: "Tra i repubblichini c'erano anche Dario Fo ed Eugenio Scalfari, amici vostri".

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