Si è spenta il 20 luglio, ma solo oggi si è avuta la notizia della scomparsa di Yvonne Girardello che negli anni '40 diventò la prima hostess italiana dell'aviazione civile. Fatale le è stato l'aggravarsi di una bronchite che l'aveva debilitata, ma è rimasta lucida e sorridente fino all'ultimo, come hanno riportato gli amati parenti della donna. Chiamata dalla nipote Marina Gaggio Girardello la "Zia indipendente", aveva iniziato a volare nell'aprile del 1947 a bordo dei bimotori Douglas Dc-3 Dakota, per poi viaggiare in largo e in lungo per l'Italia e nel resto del mondo. Era stata anche un'apprezzata scrittrice.
A soli vent’anni lavorava alle Officine aeronavali quando al Lido arrivavano gli aerei per le revisioni. Lei si occupava di gestire i libretti di volo, e conosceva i piloti che avevano combattutto nella Seconda Guerra mondiale che le offrirono un lavoro che accettò subito. Fu un'assoluta pioniera in un periodo come quello del Dopoguerra dove le donne erano più "angeli del focolare", piuttosto che usare le "ali" per volare. Ma lei caparbia aveva voluto continuare gli studi e dopo la terza media, aveva imparato le lingue. Grande amante della libertà e dell'indipendenza, non si era mai sposata, e il suo più grande ringraziamento fu sempre per la madre che firmò il consenso per permetterle di volare.
Il primo volo nel 1947 da Venezia a Roma, dove dimostrò di non avere affatto paura, anzi gli aerei li considerava la sua casa. Aveva appena compiuto 100 anni festeggiandoli al Lido di Venezia, dove aveva abitato e lavorato per tutta la vita, insieme a parenti e amici, come riporta il Corriere Veneto. Simone Venturini, assessore alla Coesione sociale di Venezia, la ricorda con nostalgia: "L'avevo incontrata nella sua casa del Lido, dove mi ha raccontato episodi fantastici della tua vita da vera pioniera. Grazie di cuore".
Le storie che raccontava agli amici
Nella sua lunga carriera di assistente di volo, le era capitato spesso anche qualche imprevisto che amava raccontare agli amici: "Come quella volta che ci trovammo a volare dentro una bufera e il comandante fu costretto ad atterrare sull'erba perché la pista era inagibile". Lei sempre fredda e presente nel suo lavoro, consolava chi aveva paura di volare e aveva un metodo che ricordano in molti, quello di offrire la melissa dei frati veneziani, prodotta nella parrocchia di Santa Lucia. L'aveva anche offerta a Domenico Modugno, Fernandel, Sandra Milo, Maria Callas, Herbert Von Karajan e Mario Del Monaco che erano stati tutti suoi passeggeri.
A 96 anni era tornata a bordo di un aereo all'aeroporto Nicelli come madrina di un evento: "Perdiamo un’amica, che ricorderemo sempre con grande affetto e riconoscenza - dice l’amministratore delegato e presidente dell’aeroporto, Maurizio Garbisa -.
Donna coraggiosa e di grande intraprendenza, ha partecipato a gran parte della storia dell’aeroporto. Ha accompagnato i passeggeri veneziani a spasso nei cieli, finalmente rischiarati al termine del secondo conflitto mondiale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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