È arrivata in Italia la "zecca marginata": può inseguire le prede e trasmettere malattie all'uomo

Un particolare tipo di zecca non autoctona è stata notata nell'altopiano del Carso: ecco di cosa si tratta, quali sono le sue origini e a cosa bisogna prestare attenzione

È arrivata in Italia la "zecca marginata": può inseguire le prede e trasmettere malattie all'uomo
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Inizia a essere via via più numerosa come hanno segnalato gli esperti del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste: sull'altopiano del Carso, nel capoluogo friulano, è stata certificata la massiccia presenza di una tipologia di zecca non autoctona ma che arriva direttamente da Africa o Asia. Si chiama "zecca marginata", il nome in latino è Hyalomma marginatum. In passato era già stata segnalata questa presenza su alcune aree ristrette del nostro Paese ma adesso sarebbe più comune per alcune cause ben definite.

Come mai è in Italia

Se nel recente passato l'importazione di questi esemplari era dovuta essenzialmente al transito di uccelli migratori o il commercio del bestiame, le cause adesso sarebbero prettamente climatiche. "Negli ultimi anni, il nostro inquinamento climatico ha annullato le prolungate gelate invernali sul Carso; ciò con ogni probabilità ha consentito l’insediamento di popolazioni della Zecca Marginata, attualmente ritrovate soprattutto nella parte orientale della provincia di Trieste", affermano dal museo. Le differenze con gli altri parassiti riguardano le caratteristiche fisiche visto che la zecca marginata è più grande di quella presente nei boschi e non predilige erbe alte e umide bensì zone molto più assolate e con presenza di pietre come la lanca del Carso.

Quali sono i rischi

La zecca marginata attacca gli animali inseguendoli anche per decine di metri, in pratica va a "caccia" delle sue prede preferite ma in maniera simile può farlo anche con l'essere umano. Potenzialmente è in grado di trasmettere "il virus della febbre emorragica Crimea-Congo in Europa", come spiegano l'Ecdc (Centro europeo per il controllo e prevenzione delle malattie). Se negli animali questa infezione è asintomatica, nell'uomo piò provocare "una grave sindrome multisistemica associata a febbre, shock ed emorragia. Tipicamente il decorso clinico segue quattro fasi distinte: incubazione, preemorragica, emorragica e convalescenza".

Alcuni consigli

Nel sottolineare che non c'è alcun rischio concreto per l'Italia, viene aggiunto dagli esperti del Centro europeo che il rischio di diffusione tramite uccelli migratori resta molto basso. Il Museo Civico di Trieste spiega anche che la sua maggior grandezza e mobilità rende più facile l'osservazione e la rimozione. "Anche per queste zecche è importante rimuoverle immediatamente (evitando pericolosi metodi per ìfarle staccare da sole'); più tempo rimangono attaccate, più è possibile ci trasmettano eventuali malattie".

Il nostro Istituto Superiore di Sanità (Iss) spiega che se ci si trova in presenza di una zecca va assolutamente rimossa con pinzette sottili in modo da non schiacciarne il corpo per evitare altre problematiche: subito dopo va disinfettata la zona interessata e non va toccata a mani nude nel tentativo di eliminarla. Se il rostro rimane all’interno della cute "deve essere estratto con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate", spiegano dall'Iss.

Se dovessero comparire dei sintomi va contattato il proprio medico così come nel caso si dovesse notare "un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi".

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