Pierluigi Bonora
da Milano
Anche il 2005 si è chiuso con il settore dellautomobile in evidenza. La congiuntura difficile e soprattutto limpennata dei prezzi di benzina e gasolio non hanno frenato la corsa degli italiani al cambio della vettura. E così le case automobilistiche possono inanellare una nuova chiusura danno positiva. Il brusco calo delle vendite di dicembre (meno 6,33%) insieme alla frenata complessiva del mercato (meno 1,35%) non devono trarre in inganno. Con 2 milioni 234mila 174 modelli immatricolati, per il nono anno consecutivo le vendite di automobili nel nostro Paese sono risultate al di sopra di 2,23 milioni di unità. «Sulla domanda hanno influito positivamente - spiega lanalisi mensile del Centro Studi Promotor - sia il lancio di numerose e importanti novità sia la disponibilità di credito al consumo a basso costo, che ha consentito a molti automobilisti di acquistare una nuova vettura nonostante la debolezza delleconomia».
Il dato annuale ha comunque beneficiato, soprattutto nella seconda parte, della graduale ripresa del gruppo Fiat.
Nel 2005, come ha affermato lamministratore delegato Sergio Marchionne durante il recente tour negli Stati Uniti, «Fiat Auto ha girato langolo». E la crescita del 3,5% registrata in dicembre dal gruppo sullo stesso mese del 2004 ha consentito alla quota (29,4%) di avanzare di 2,8 punti, sempre rispetto allanno precedente, e di essere superiore di 1,4 punti percentuali alla penetrazione media a partire dal gennaio scorso. Fiat, Lancia e Alfa Romeo hanno immatricolato in Italia 625.137 veicoli mantenendo pressoché inalterata la quota mercato (28 per cento) nonostante l1,49% di vendite annuali in meno. Ora, una volta conosciuti i dati sulle immatricolazioni, lattenzione si sposta sui conti del gruppo Fiat, vera cartina di tornasole della svolta. Il 30 gennaio il consiglio di amministrazione presieduto da Luca Cordero di Montezemolo si riunirà per approvare il bilancio dellultimo trimestre.
Lattesa è che Fiat Auto presenti una perdita netta inferiore ai 300 milioni stimati e che la divisione archivi il quarto trimestre del 2005 con un utile operativo tra i 20 e i 30 milioni. Non è un caso che ieri Piazza Affari abbia chiuso la prima seduta del nuovo anno con nuovi segnali di fiducia nei confronti del Lingotto. Il titolo ha guadagnato l1,48% a 7,46 euro, anche se sul fronte sindacale rimangono le preoccupazioni sugli esuberi, una delle eredità più delicate del 2005. La Fiat, infatti, si è riservata di dare una risposta sugli strumenti indicati dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, per la gestione dei lavoratori considerati in eccedenza. Il negoziato tra le parti riprenderà subito dopo lepifania «con lauspicio che una soluzione venga trovata entro il 20 febbraio», dice una una fonte vicina alla trattativa. Se nel 2005 Fiat Auto «ha manifestato e consolidato il recupero della quota sul mercato nazionale», come sottolineato dal Centro Studi Promotor, anche gli altri marchi della famiglia torinese hanno fatto progressi, aumentando le vendite: più 30,09% Ferrari (da 452 a 588 unità) e più 4,79% Maserati (da 585 a 613 vetture acquistate dai clienti).
Tra le case automobilistiche estere hanno migliorato la quota di penetrazione Audi, Bmw, Chevrolet, Ford, Kia, Mercedes, Smart, Ssangyong, Mitsubishi, Honda, Volkswagen e Toyota. E proprio questultima, a dicembre, ha conquistato il primo posto nella classifica delle vendite (più 11,08% e 11.662 immatricolazioni). Seconda Volkswagen (10.192 unità) e terza Opel (9.221 modelli consegnati). In quarta e quinta posizione si sono classificate rispettivamente Ford (8.448) e Renault (7.604 unità). A seguire Citroën (6.724) e Peugeot (4.538). Tra le tedesche di lusso in netta crescita Bmw (più 10,13%), mentre perdono terreno Audi (meno 11,04%) e Mercedes (meno 11,83%).
Nellintero 2005 sul gradino più alto del podio tra le case estere Opel (168.924 vendite) ha vinto la sfida con Ford (165.184). Bronzo per Volkswagen (144.335 unità).
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