Torino, settembre 1993. Il Salone di Francoforte pullula come sempre di interessanti novità a quattro ruote ma tutti gli occhi sono puntati su un’auto in particolare, sviluppata partendo dal classico foglio bianco per rinnovare l’offerta di Fiat nel segmento B. Le aspettative, al Lingotto come sul Meno, sono altissime: il nuovo modello, infatti, raccoglie l’eredità della Fiat Uno, l’utilitaria che nel corso della sua lunga storia commerciale (è nata nel 1983) ha totalizzato qualcosa come 9 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo. Raggiungere il successo dell’antenata non sarà facile; forse è anche per questo che, con un pizzico di scaramanzia, in Fiat scelgono di non proseguire la dinastia della Uno optando per un nome che segni una rottura con il passato. Nasce la Fiat Punto, una delle poche auto che ha avuto l’onore di portare la casa automobilistica italiana sul tetto d’Europa.
Prima serie: è subito amore
Va bene dare un taglio netto con il passato, ma almeno sullo stile a Torino hanno deciso di non rischiare puntando, anche per la nuova segmento B, al designer più in voga del momento. Giorgetto Giugiaro, forte del successo di modelli iconici e apprezzatissimi come la Volkswagen Golf del 1974 e la stessa Fiat Uno, firma il design della nuova Punto. Uno stile semplice, in linea con le tendenze “curvy” del decennio, ma al contempo originale, grazie a dettagli inediti come i fanali posteriori a sviluppo verticale e l’assenza di una mascherina anteriore. La personalità non le manca e i contenuti nemmeno: l’auto si presenta più sicura, confortevole, spaziosa e meglio equipaggiata rispetto alla Uno, con un’ampia gamma di motori (benzina e diesel, anche con cambio automatico e per la prima volta con un cambio manuale a 6 marce), allestimenti per tutti i gusti e la possibilità di optare per una carrozzeria a 3 o 5 porte. La vettura è subito un successo di critica e di pubblico, raggiungendo un milione e mezzo di unità vendute nei primi 18 mesi di commercializzazione. Ed è solo l’inizio di un processo di conquista del segmento B in Italia e in Europa che durerà per più di 20 anni. La Punto si evolve fin da subito, ampliandosi negli allestimenti (c’è anche la sportiva GT spinta da un 1.4 turbo benzina da 133 CV) e nelle carrozzerie, con il debutto nel 1994 della Cabrio disegnata e prodotta da Bertone. I riconoscimenti non tardano ad arrivare: nel 1994 il design riuscito della Punto permette a Giorgetto Giugiaro di aggiudicarsi l’ambito Compasso d’Oro ADI, mentre nel 1995 arriva l’elezione ad Auto dell’Anno. Nel 1997, in occasione del restyling di metà carriera, avviene nella gamma l’esordio del mitico motore 1.2 Fire, propulsore che contribuirà all’enorme successo del modello anche nelle due successive generazioni. La carriera commerciale della Fiat Punto prima serie (nome progetto 176) si conclude nel 1999 con circa 3.400.000 unità vendute, prodotte negli stabilimenti Fiat di Mirafiori (Torino), Termini Imerese (Palermo), Melfi (Potenza) e Tychy (Polonia).
Seconda serie: l’innovazione si fa strada
Forti del successo della prima generazione di Punto, in Fiat decidono di affidare al proprio Centro Stile interno il progetto della seconda serie, nome di progetto 188. L’occasione per il debutto è il centenario di Fiat, che ricorre nel 1999. Ed è al Salone di Francoforte di quell’anno che viene svelata la nuova Punto. Il design evolve gli elementi cardine del modello precedente, con alcuni elementi futuristici (i fari molto sottili sia davanti sia dietro) e alcune linee di carattere che ne accentuano la personalità. Anche all’interno si respira aria di modernità: dopotutto, è l’auto che segna un traguardo importante per il costruttore nazionale. Citando una dichiarazione di Gianni Agnelli in occasione della presentazione, “la Punto non è nata in tre anni ma è la sintesi di un secolo di lavoro”: in qualche modo, questo modello rappresenta l’essenza stessa di un’azienda sempre più specializzata nella realizzazione di auto concrete, funzionali, ricche di innovazioni ma sempre accessibili.
Di innovazioni, la Punto seconda serie, ne porta parecchie. Tra queste, impossibile non citare il servosterzo elettrico Dualdrive, con la celebre modalità City che permette, alla pressione di un tasto in plancia, di muovere il volante con un dito per agevolare enormemente le manovre a bassa velocità. Menzione d’onore anche al nuovissimo motore turbodiesel JTD, prima applicazione della tecnologia common-rail su un’utilitaria. Sempre disponibile con carrozzeria 3 o 5 porte, con alcune piccole differenze estetiche per renderle immediatamente riconoscibili, la Punto II non rinuncia alla sua variante ad alte prestazioni, chiamata HGT e spinta da un motore 1.8 a benzina aspirato da 136 CV. Nel 2000, questa versione viene aggiornata con un nuovo set-up estetico e meccanico e l’aggiunta del logo Abarth: è il preludio del rispolvero dello storico marchio italiano.Nel 2003, un corposo restyling cambia i connotati della Punto, che perde in parte la sua originalità. In compenso, la gamma si arricchisce di nuove motorizzazioni ad alta efficienza, tra cui il 1.2 benzina/metano Natural Power da 60 CV e il piccolo 1.3 turbodiesel da 69 con la nuova tecnologia Multijet, che assicura alla segmento B buone prestazioni e consumi di gasolio ridotti all’osso. Balzo in avanti anche per la sicurezza, già ampiamente dimostrata con il conseguimento delle quattro stelle Euro NCAP (una primizia tra le utilitarie): ABS e doppio airbag sono ora di serie su tutti gli allestimenti e iniziano a comparire, di serie o come optional, dotazioni come l’ESP con Hill Holder, il cruise control, i sensori di parcheggio posteriori e il climatizzatore automatico bizona. La Punto seconda serie può così proseguire la propria carriera commerciale ancora per qualche anno. Nel frattempo, però, in Fiat si lavora già a una nuova Punto.
Terza serie: Grande Punto, grandi ambizioni
Nel settembre 2005, pochi giorni prima del Salone di Francoforte, Fiat compie un deciso passo in avanti proiettandosi in un segmento che Fiat stessa sta contribuendo a creare insieme alle concorrenti Renault e Peugeot: quello delle utilitarie che “giocano” a fare le ammiraglie. La terza generazione della popolare segmento B, battezzata Grande Punto, si fa grande di nome e di fatto: lunga 4,03 metri (oltre 20 cm in più rispetto alla Punto precedente), la nuova serie propone contenuti finora riservati a vetture di categoria superiore. Anche per questo, la seconda serie della Punto continua ad essere commercializzata come Punto Classic fino al 2010, concludendo la propria carriera con circa 3 milioni di esemplari venduti. Tornando alla Grande Punto (nome progetto 199), si tratta di una nuova rivoluzione: lo stile esterno, innanzitutto, porta nuovamente la firma dell’Italdesign di Giorgetto Giugiaro, che per la nuova vettura ha ideato un “musetto” affusolato e aggressivo di vaga ispirazione Maserati e proporzioni generali decisamente più vicine al segmento C che non al B.
Dentro, invece, è il Centro Stile Fiat a comandare, con un abitacolo più spazioso e rifinito, che assicura un miglior comfort grazie alla riduzione di rumori e vibrazioni. La piattaforma è tutta nuova: si tratta del pianale FGA Small, realizzato in collaborazione con l’ex partner General Motors, che fa compiere alla Grande Punto un salto generazionale in termini di tenuta di strada, sicurezza (da cinque stelle Euro NCAP grazie anche alla dotazione che comprendeva 7 airbag ed ESP) e piacere di guida. Merito anche della gamma motori aggiornata e potenziata, al cui culmine arriverà, nel 2007, la prima vettura realizzata dal rinato marchio indipendente Abarth, la Abarth Grande Punto, spinta da un 1.4 turbo benzina da 155 CV (180 CV con il kit Esseesse). Con la Grande Punto, Fiat entra nell’era della connettività in auto proponendo, dal 2006, il sistema Blue&Me, un impianto multimediale sviluppato con Microsoft che include Bluetooth, lettore vocale di SMS e una porta USB per collegare un lettore MP3 alla radio. Tutti questi fattori hanno contribuito a rendere la piccola grande utilitaria Fiat un successo commerciale in Italia e non solo: nel 2006, sebbene per pochi mesi, è lei l’auto più venduta in Europa, scalzando dal vertice della classifica sua maestà Volkswagen Golf. Nessun’altra Fiat riuscirà mai a fare altrettanto negli anni successivi.
Nel corso degli anni, la gamma di Grande Punto si evolve (anche qui con l’introduzione delle versioni a GPL e metano), aggiornandosi profondamente in occasione del restyling del 2009, quando l’auto cambia nome in Punto Evo ricevendo nuovi paraurti, fari posteriori a LED e interni completamente rivisti con grande attenzione alla qualità percepita. Nel 2012, un secondo restyling semplifica il complesso design dei paraurti e re-introduce il classico nome Punto, traghettando il modello con poche altre modifiche fino al 2018, quando il regime di austerità imposto dall’allora CEO Sergio Marchionne, combinato con un notevole calo di popolarità delle berline di segmento B, non permette di stanziare fondi per lo sviluppo di una nuova generazione.
Si conclude così, con un totale di circa 9 milioni di esemplari venduti in 25 anni, la storia dell’ultima della celebre dinastia di utilitarie Fiat.
Il futuro di questo segmento sembra essere appannaggio delle declinazioni a ruote alte, come dimostrano i sempre più crescenti rumor che vedono imminente il lancio della nuova Fiat 600, un SUV compatto di segmento B che potrebbe riportare Fiat nel segmento in cui per diversi anni è stata la regina incontrastata.
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