Alfa Romeo 155 V6 TI, trent’anni dalla vittoria del DTM

L'Alfa Romeo 155 V6 TI è stata l'arma da guerra per vincere il DTM, il più importante campionato turismo. Impresa che va a segno al debutto, nel 1993

Alfa Romeo 155 V6 TI, trent’anni dalla vittoria del DTM
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Siamo nella prima metà degli anni Novanta e l'Italia corre forte e vince nell'automobilismo, con personalità straripante. La Lancia ha stabilito ogni tipo di record nel mondiale rally con la Delta, 4WD prima e Integrale dopo, riempiendo una bacheca già ricca con altri allori, coppe e trofei. Alla fine del 1991, però, la squadra corse viene smembrata, smantellata e, nonostante ciò, la Delta riuscirà a vincere un altro titolo iridato grazie alle cure private del Jolly Club. Quella chiusura fu dettata dall'esigenza del Gruppo Fiat di concentrare le proprie risorse su un altro Marchio, inserito nella propria galassia nel 1986, e adesso pronto a rinverdire i fasti in pista: l'Alfa Romeo.

Il Biscione entra in rotta di collisione con Lancia, e gli uomini che prima avevano versato lacrime e sudore per rendere il marchio torinese un macchina da guerra sullo sterrato, adesso si trasferiscono sui cordoli e i rettlinei dei circuiti su asfalto per portare l'Alfa nell'olimpo del turismo. La missione più importante si chiama DTM, Deutsche Tourenwagen Meisterschaft, il Campionato Tedesco Turismo. Il più importante, il vero banco di prova per tutti quanti, per prestigio e competizione.

Un progetto ambizioso

I fedelissimi alfisti sono sconvolti dall'abbandono della trazione posteriore, che aveva portato gloria e vanto alle berline di Arese, a favore di una più banale trazione anteriore. Per addolcire la pillola, la nuova Alfa 155 ha bisogno di emergere nel mondo delle corse e tocca a lei l'impresa di vincere in casa dei tedeschi. Sotto al cofano viene piazzato un corposo motore V6 aspirato da 2.5 litri, totalmente riprogettato, con lubrificazione a carter secco, capace di erogare 420 CV a 11.500 giri. Questo propulsore viene abbinato a un cambio manuale a sei marce a innesti frontali e, soprattutto, a una trasmissione a quattro ruote motrici derivata direttamente dalla Lancia Delta Integrale.

Alfa 155 V6 TI

L'esperienza e la capacità degli uomini addetti al reparto motorsport dell'Alfa Romeo, confezioneranno una macchina che stupirà tutti quanti, sbaragliando una concorrenza agguerrita e spietata. Quando la berlina media del Biscione sbarca in terra teutonica, si intuisce che per le varie Mercedes, Opel e BMW stavolta sarà molto dura.

Un trionfo senza appello

La cavalcata trionfale dell'Alfa Romeo 155 V6 TI troverà il suo culmine il 19 settembre del 1993, quando a Hocknheim Alessandro Nannini sfreccia sotto al traguardo con la sua rossa berlina in prima posizione, ammutolendo un autodromo con oltre 90.000 anime presenti. Sarà la rivincita del pilota di Siena, assente per gran parte della stagione per un accanimento della mala sorte nei suoi confronti, grazie a un acuto finale che servirà per sancire la definitiva vittoria del titolo costruttori.

Alfa Romeo 155 V6

Il grande mattatore del 1993, l'uomo che riconsegna all'Alfa il gradino più alto del podio, si chiama Nicola Larini che guadagnerà anche il titolo di campione della classifica piloti con ben 261 punti. La novella Alfa, la prima figlia integrale del nuovo corso Fiat, ottiene la gloria tanto auspicata al debutto, confermando il motto di buona la prima. Saranno ben 12 le vittorie del Biscione su 20 gare complessive. Per l'Alfa Romeo si parla di un'impresa storica, perché è il primo costruttore non tedesco a esordire e, soprattutto, a vincere il trofeo al cospetto di avversari ben più rodati.

Eredità e imprese

Quell'anno indimenticabile non sarà replicato, forse, per una cattiva gestione del team in alcune fasi cruciali. Quando nel 1996 la 155 V6 TI si ritirerà dal DTM saranno comunque 38 le vittorie complessive, più di quelle ottenute dagli altri competitor nel corso di quei quattro anni. La sua erede legittima, la 156, raccoglierà il testimone e si imporrà nel campionato europeo turismo (che nel frattempo aveva soppiantato per prestigio il DTM, vittima di una strana riforma) per quattro edizioni consecutive tra il 2000 e il 2003. Questa però è un'altra storia.

Alfa Romeo 155 V6 TI

L'impresa della 155 invece resta unica, non solo negli annali, ma anche nell'immaginario.

Quella macchina un po' goffa e a tratti sgraziata, trovò nei trionfi del motorsport un volano per imporsi anche sul mercato, anche se tra la versione stradale e quella da pista non ci fosse quasi niente in comune, se non la scocca. Eppure, le gesta dei vari Nannini, Larini e Tarquini fecero sognare una nazione intera e un popolo che ancora adesso ha voglia di festeggiare un capitolo di sport che è, a tutti gli effetti, storia.

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