Audi 80, l'artefice della rivoluzione silenziosa

L'Audi 80 è stato un fondamentale spartiacque nella crescita verso l'alto del Brand tedesco, grazie a contenuti di altissima qualità e robustezza

Audi 80, l'artefice della rivoluzione silenziosa
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La strada per entrare nella galassia delle auto premium è costellata di ostacoli, ma non bisogna cadere nelle sconforto e proseguire avanti, sperando che il mercato un giorno ci dia la benedizione. Nel lungo peregrinare di Audi verso una dimensione di altissimo livello, sono stati fondamentali alcuni fattori: il primo è l'uso della trazione integrale sui modelli di punta, vero marchio di fabbrica, il secondo passaggio è stato costruire un'immagine fondata sulla solidità d'acciaio delle proprie auto. Si potrebbe dire che la rivoluzione silenziosa operata dall'Audi 80 - B3 e B4, le generazioni che vanno dal 1986 al 1994 - è stata fondamentale per incamerare la fabbrica di Ingolstadt nel sentiero giusto, quello dove oggi può banchettare al tavolo dei più grandi. Ma non è sempre stato così, anzi, agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, Audi veniva percepito come un costruttore al di sotto dei suoi connazionali Mercedes-Benz e BMW. Ed è grazie alla berlina media di quel periodo, che la fama dei Quattro Anelli si è forgiata intorno alla qualità indiscussa.

Moderna e di qualità

Aerodinamica, tondeggiante e ultra moderna, l'Audi 80 del 1986 sembra provenire direttamente dal futuro. Il merito di questa linea così azzeccata è del duo J. Mays e Hartmut Warkuss che confeziona un autentico capolavoro. Il cofano motore spiovente e raccordato con i fari, i paraurti avvolgenti e il parabrezza inclinato, fanno della B3 un bel salto in avanti rispetto alla versione antecedente. La classe media del periodo scopre che comprare un'Audi 80 diventa uno status symbol di tutto rispetto. Basta aprire la portiera per toccare con mano una qualità indiscutibile, grazie alla pregevolezza dei materiali, alla precisione dell'assemblaggio e alla solidità di ogni piccola parte che serve a confezionare un oggetto desiderabile. Che importa se il bagagliaio non è tra i più grandi della categoria, questo è un compromesso che si può accettare di buon grado.

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A questo bisogna aggiungere che l'Audi 80 è stata oggetto di lunghissime ed estenuanti serie di prove di collaudo, anche in luoghi caratterizzati da condizioni climatiche critiche. Parliamo dei deserti del Sahara e del Kalahari, la Death Valley, la Cina e i gelidi paesaggi della Lapponia, tutti avamposti dove la berlina tedesca ha viaggiato sfidando la forza della natura. Test vinti abbondantemente, tanto che gli ingegneri di Ingolstadt, in modo quasi spavaldo, invitano tutti quanti ad affrontare lunghi viaggi con la loro creatura, perché saranno gli automobilisti stessi ad accorgersi che al volante rischiano di non fermarsi mai.

Motori infiniti e trazione integrale

L'Audi 80 nella sua veste più ordinaria non si può etichettare come una sportiva, anzi potremmo definirla una stradista di rango, una macina chilometri d'assalto. Al suo debutto nel 1986, la gamma motori offre un 1.600 benzina a quattro cilindri da 75 CV, un 1.800, declinabile in due fasce di potenza, da 90 o 112 CV, e un 1.9 da 113 CV. Non sono dei fulmini di guerra, ma sono praticamente indistruttibili. Analogo discorso per il 1.6 a gasolio da 54 CV e per il 1.8 turbodiesel da 80 CV, che si distinguono per una dura refrattarietà al consumo. La struttura dell'Audi 80, con il motore collocato longitudinalmente, nonostante la trazione anteriore, permette alla berlina di poter avere - a richiesta - anche la trazione integrale Quattro, con i sue tre differenziali. Il 4x4 è un'esclusiva delle versioni più potenti, sia per la generazione B3 che per la successiva B4 del 1991. Si può dire senza indugio che è grazie a questo modello se abbiamo assistito alla proliferazione dei modelli integrali, abilissimi su strada anche nelle condizioni più difficili.

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Audi 80 e derivate

Nel 1991 debutta il restyling dell'Audi 80 che durerà in scena fino alla 1995. La sua più grande innovazione è il motore 1.9 TDI da 90 CV, che sarà fondamentale nello scacchiere del Gruppo Volkswagen, perché formerà la base tecnica per i futuri successi commerciali dell'intero colosso dell'auto. Questo propulsore leggero, abbinanto alla buona aerodinamica dell'Audi, permetteva un consumo medio di 18 km con un litro, un risultato straordinario. Con questo nuova serie arriva la versione Avant, la familiare molto apprezzata, così come la versione quattro Competition che esalta l'anima sportiva della vettura, sopita fino a quel momento. Ci saranno anche, come rami paralleli e velatamente distinti, la RS2 Avant (in collaborazione con Porsche) e la Cabriolet. Nel complesso l'Audi 80 B3 ha venduto un 1.623.

382 esemplari, mentre la B4 ha tagliato il traguardo di 1.090.690 unità. Insomma, prima di lei esisteva un'Audi di un certo tipo, ma dopo la sua venuta tutto è stato stravolto. Per il meglio, si intende.

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