I punti chiave
Il numero delle colonnine di ricarica per le auto elettriche è cresciuto in modo esponenziale in Italia nell'ultimo anno, stando ai dati emersi sulla base della quarta edizione del rapporto "Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia", presentato da Motus-E.
Le differenze
Quando si fa riferimento alle colonnine, tuttavia, è bene chiarire il fatto che esse non presentino le medesime caratteristiche ovunque. Diversamente da quanto accade per le altre tipologie di alimentazione, quella elettrica varia per facilità di ricarica e per potenza erogata, anche da regione a regione. Si parte dalle "stazioni" meno potenti (3.7 kW) fino ad arrivare a quelle dotate di maggiore capacità. Per quanto concerne la tipologia di corrente erogata, quella "alternata" (Ac) è la più diffusa negli impianti, sia quelli più "lenti" (con potenza tra 3.7 e 7 kW) che quelli più "rapidi" (compresi tra 7 e 22 kW e fino a 43 kW). La corrente continua (Dc) si trova nelle prese Fast, ovvero quelle con potenza tra 43 e 99 kW, e Ultra Fast/Hpc (High power charges), vale a dire quelle tra 99 e 350 kW.
Situazione in Italia
Stando al report di Motus-E, in Italia vi sono ora 36.772 unità di ricarica, 10.748 delle quali installate nell'ultimo anno; nel 2022, quindi, c'è stato un incremento del loro numero sul territorio nazionale del 41% (nel 2021 si registrò un +36%). Per comprendere il salto, basti pensare che nel 2020 le colonnine di ricarica erano appena 16.704.
A parte il mero numero delle "stazioni" a disposizione, è incrementata la diffusione di quelle ad alta potenza. Quelle a corrente continua, ad esempio, (Dc) sono letteralmente raddoppiate, passando dal 6% del totale fino al 12%. I punti di ricarica di potenza superiore ai 150 kW sono addirittura triplicati, passando dall'1% del 2021 fino al 3,1% del 2022: sono state installate nell'ultimo anno ben 1.136 prese Hpc.
Le stazioni di ricarica a corrente alternata (Ac) ad oggi risultano in netta maggioranza rappresentate da Punti Quick con potenza compresa tra 7 e 22 kW (73,3%). Solo l'11,5% del totale delle colonnine (4.183 stazioni) ha potenza pari o inferiore a 3.7 kW ed è contraddistinta quindi da tempi di ricarica molto lunghi.
In autostrada, nello specifico, al 31 dicembre 2022 si contavano 496 prese, l'85% delle quali in corrente continua (Dc) con potenza superiore ai 43 kW (nel 2021 erano solo 118). Il numero delle stazioni per le auto elettriche è di 32, davvero pochi rispetto ai 477 distributori di carburanti.
Aree regionali
Per quanto concerne la distribuzione territoriale, il 58% delle infrastrutture è sito nel Nord Italia, il 22% al Centro e il 20% nel Sud e nelle Isole. In Lombardia c'è una maggiore concentrazione di colonnine: vi si trovano 5.971 punti di ricarica per il 16% del totale nazionale. A seguire Piemonte e Veneto (11% del totale), Lazio ed Emilia-Romagna (10% del totale) e Toscana (con l'8%). Ciò significa che in 6 Regioni è concentrato ben il 66% del totale dei punti di ricarica a uso pubblico diffusi sul territorio nazionale. Anche se al Sud e nelle Isole i numeri sono più bassi, la crescita rispetto al 2020 è netta: in Sicilia si è passati da 620 a 1.618 prese, in Sardegna da 530 a 1.275 e in Campania da 430 a 1.184.
In Europa
Ciò nonostante, la diffusione di colonnine di ricarica in Italia è molto più capillare rispetto ad altri Paesi europei: da noi sono stimati 21,5 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto, una situazione nettamente superiore rispetto al dato registrato in Francia (11,5), Germania (8,2) e Gran Bretagna (8,9).
Le priorità
"Il report dimostra che nonostante la frenata del mercato auto Bev gli operatori della ricarica lavorano a pieno regime per far centrare all’Italia gli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti", dichiara il segretario generale di Motus-E Francesco Naso, "che sul fronte infrastrutturale adesso sono tre le priorità assolute".
Per Naso bisogna intervenire innanzitutto a livello politico, "per non sprecare gli oltre 700 milioni di euro del Pnrr destinati all'installazione di più di 21.000 stazioni di ricarica ad alta potenza. Allo stato attuale, per come è impostata la normativa, c’è infatti il rischio di non riuscire a impiegare le ingenti risorse messe a disposizione dall'Europa, almeno nel primo bando che senza interventi scadrà a maggio, ma non è ancora stato aperto".
Punto debole sono ancora le autostrade. "I concessionari autostradali che non hanno iniziato a installare i punti di ricarica per conto proprio sono obbligati per legge a pubblicare i bandi per l’installazione delle colonnine, ma ci risulta che nessuno finora abbia bandito delle gare per l’assegnazione della subconcessione per la ricarica dei veicoli elettrici", aggiunge il segretario generale di Motus-E.
"Auspichiamo che dopo anni di rinvii finalmente questo governo riesca a fare chiarezza sulla questione, garantendo così che anche l’Italia possa avere una capillare e indispensabile rete di ricarica sulle autostrade", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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