Fuorisalone, Audi accende il dibattito: il valore della flessibilità nel cambiamento

Flexability: un neologismo che fonde flessibilità e abilità, trasformandoli in una filosofia d’azione

Fuorisalone, Audi accende il dibattito: il valore della flessibilità nel cambiamento
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Una delle grandi capacità è quella di uscire dalla propria comfort zone per ricrearne una nuova". Con questa frase, Marco Panichi – preparatore atletico e performance coach di Jannik Sinner – ha aperto una riflessione profonda su cosa significhi davvero performare, eccellere, restare al vertice. Il contesto è l’Audi Talk andato in scena a Milano, durante il FuoriSalone, in cui si è parlato di flexability: un neologismo che fonde flessibilità e abilità, trasformandoli in una filosofia d’azione.

L'esperienza sul campo

Panichi non si è limitato alla teoria. Ha portato l’esperienza sul campo: “È impossibile non provare emozioni. Ma la differenza, nei momenti chiave, la fa chi sa gestirle". Poi ha alzato l’asticella: “L’abilità non è un dono, ma un’attitudine. E noi dobbiamo creare abitudini eccellenti ed eliminare quelle che non lo sono". A fare da contrappunto, la visione di Paolo Genovese, regista e scrittore, che ha portato il discorso nel mondo della creatività. “Il problema più grande oggi è la miopia. La stessa che ha affossato realtà come Blockbuster. Non hanno saputo leggere il futuro". E ancora: “L’idea migliore, una volta, me l’ha data un macchinista. Se non coinvolgi le persone, se non le fai sentire parte di qualcosa, si perde l’energia. E con l’energia, anche l’innovazione".

L'equilibrio

Sullo sfondo, le parole di Timm Barlett, direttore di Audi Italia: “È dal confronto e dall’interazione che nasce l’equilibrio". Un equilibrio che diventa chiave anche per interpretare il presente, tra intelligenza artificiale e creatività umana. Genovese ha raccontato di aver letto sceneggiature scritte da AI: “Il problema è che non erano nemmeno male. Ma mancavano di qualcosa. La creatività è qualcosa che non esiste, finché non la crei. L’intelligenza artificiale, per quanto evoluta, resta un algoritmo. E la vera intuizione, quella che cambia le cose, non è calcolabile".

L'importanza di guardare oltre

Stefano Gandelli, creator e divulgatore scientifico, ha chiuso il cerchio: “Come tutti gli strumenti, anche l’intelligenza artificiale va usata nel modo giusto. È un mezzo, non un fine". Il messaggio che si è imposto alla fine del talk è chiaro e trasversale: la flexability non è una strategia, è una postura mentale.

È ciò che permette a un atleta di restare lucido nei momenti più tesi, a un creativo di trovare ispirazione anche nel caos, a un brand come Audi di progettare un futuro che sia non solo efficiente, ma anche umano. Perché alla fine, come dice Panichi, “I campioni sono quelli che sanno aggirare gli ostacoli". E per farlo, serve proprio questo: uscire, ricreare, guardare oltre.

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