Perché gli italiani non scelgono le elettriche?

Dal 2035 in Europa non verranno più costruite automobili endotermiche. Nel frattempo, in Italia le elettriche non attecchiscono. Come mai?

Perché gli italiani non scelgono le elettriche?

Ogni automobilista italiano se ne deve fare una ragione, a partire dal 2035 nei territori dell'Unione Europea non verranno più realizzate auto con motore endotermico, salvo rare eccezioni e a produzione limitatissima. Il programma "Fit for 55" è realtà. Da quel momento, in un modo o nell'altro, il parco circolante andrà dritto verso un'unica direzione che è quella delle zero emissioni. Attualmente, però, esiste un certa reticenza da parte degli italiani nei confronti delle BEV, le elettriche al 100%. Se da una parte l'elettrificazione (quindi l'auto ibrida) è stata digerita e, anzi, attecchisce sempre più, dall'altra la full electric non convince. Ma come mai questo muro non riesce ad essere abbattuto?

Differenze con il resto d'Europa

Il paragone è impietoso. Ovviamente, l'Italia non può mettersi a confronto con la Norvegia, una nazione dove le auto elettriche sono state vendute per l'89% a gennaio 2023. Quella è un'area geografica in cui la sensibilità verso il clima e l'inquinamento ambientale sono temi forti già da molto tempo. Se, invece, si mette il Bel Paese in contrasto con Germania e, addirittura, Spagna scopriamo che esiste una forbice ampia: i tedeschi hanno chiuso gennaio con il 10% di elettriche vendute, mentre gli spagnoli si sono fermati al 6%. L'Italia è bandiera nera con appena 2,5% di BEV a riempire le quote di mercato. Eppure, non può essere soltanto un problema di infrastrutture, dato che lo Stivale ha iniziato la sua rincorsa alle colonnine di ricarica con un certo tempismo e, attualmente, non ha niente da invidiare a Francia e Germania. Al limite, la distribuzione di colonnine non è così omogenea lungo tutto l'arco nazionale, con pochi punti attivi sulle autostrade, ma è possibile che sia soltanto questo il motivo della diffidenza verso l'elettrico?

Auto elettriche, problema culturale?

La percezione diffusa in Italia è che l'auto elettrica sia un bene di lusso. Il divario di prezzi che intercorre tra una vettura benzina (o diesel) e una BEV è attualmente troppo vasto. Per questa ragione, gli incentivi dovrebbero rappresentare una spinta verso l'acquisto di un'automobile alla spina, ma, statistiche alla mano, non stanno funzionando come da auspicio. Sotto pelle, però, esistono delle motivazioni più spicciole che non convincono a pieno gli italiani della bontà delle elettriche: una di queste è la paura di restare a piedi. Secondo uno studio compiuto dalla società di consulenza strategica Areté, il 79% degli automobilisti tricolore coltiva questo insano timore, che va di pari passo con i problemi legati all'autonomia. Segue la pratica della ricarica presso le colonnine, che il 37% degli intervistati reputa complicata e peggiorativa delle condizioni di vita generali. Peccato che il 67% del campione di italiani intervistati non abbia mai avuto esperienze di guida e di vita al volante di una pura elettrica. Da questo si può evincere che la diffidenza degli italiani verso le elettriche, sia un problema più culturale che meramente reale. In ogni caso, ci sono ancora dodici anni per imparare a conoscere la mobilità del domani più a fondo.

Fattore inquinamento

Più di qualche voce fuori dal coro insiste nell'affermare che le auto elettriche, comunque, inquinino come e quanto le endotermiche. Il motivo? Il loro processo di produzione. Questo esempio non è del tutto errato perché, attualmente, alcuni studi hanno dimostrato che servirebbe maggiore energia per la costruzione di batterie rispetto a quella necessaria per i motori endotermici. Tuttavia, è altrettanto evidente che i veicoli elettrici non producono emissioni allo scarico, un elemento essenziale che li rende molto meno inquinanti se viene tenuto a mente il loro intero ciclo vita. La questione delle emissioni in fase di costruzione è legata al'inutilizzo di energie rinnovabili nell’industria, ma questo grattacapo coinvolge tutta la filiera dell’auto, benzina, diesel e ibride. Nessuna è esclusa.

Il rifornimento costa troppo

La situazione emergenziale dovuta alla guerra e a tutte le sue conseguenze, ha comportato un aumento dei costi dell'energia. Questo ha inciso anche sulle colonnine di ricarica delle elettriche, così la media dei prezzi per una ricarica a 22 kW di potenza è di 0,63 euro al kW e fino a 0,83 euro a kW nel caso di colonnine ad alta potenza.

Ovviamente questo innalzamento delle tariffe è dettato da frangenti temporanei, impronosticabili e destinati a trovare una soluzione migliore nel breve periodo. Inoltre, i possessori di elettriche beneficiano di abbonamenti che abbattono i costi di ricarica. Dunque, fare un pieno su una BEV è ancora conveniente se paragonato a quanto non accada con una endotermica.

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