Avanza la chirurgia della mano

I chirurghi riuniti ad Oslo hanno scelto Milano, l'hanno preferita a Praga e San Pietroburgo, per il congresso nel 2015, durante l'Expo, della Federazione europea delle Società scientifiche di chirurgia della mano. Anfitrione di quell'incontro sarà il professor Giorgio Pajardi, presidente della Società italiana di chirurgia della mano (Sicm - 900 chirurghi in 34 Centri italiani).
Pajardi, direttore dell'Unità operativa complessa di chirurgia della mano al Policlinico Multimedica Irccs Ospedale San Giuseppe, è anche direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia plastica dell'università degli studi di Milano. Con oltre 7mila interventi sulla mano come primo operatore è tra i pionieri di queste metodiche innovative. Si occupa dei vari aspetti plastici, ortopedici, neurochirurgici, vascolari e degli sviluppi della microchirurgia.
«La mano rappresenta - afferma il professor Pajardi - il nostro strumento di contatto con il mondo esterno, una sua patologia, una alterazione od un trauma, è quindi causa di un disagio fisico, ma anche psicologico e sociale. L’università degli studi di Milano ed in particolare la Scuola di specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ha realizzato un master in riabilitazione della mano rivolto ai medici, ai fisioterapisti ed ai terapisti occupazionali coinvolti nel trattamento delle patologie della mano, di origine traumatica, degenerativa, malformativa, incluse le ricostruzioni complesse ed i campi di interesse specifico come la tetraplegia, le ustioni e le paralisi periferiche dell'arto superiore. Con lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche la sesta edizione di questo master si terrà dal 12 marzo 2012 al 25 gennaio 2013». Tra i temi che verranno trattati: la figura e l'evoluzione del fisioterapista, l'anatomia meccanica articolare, i muscoli, i nervi e la vascolarizzazione, la riabilitazione e l'introduzione dei tutori, le neoplasie maligne dell'arto superiore, le protesi articolari, la neuroriabilitazione della mano post ictus, le malattie reumatiche acute e croniche, la cura della spasticità.
«La chirurgia della mano - ricorda il professor Pajardi - si è sviluppata in Italia attorno agli anni Sessanta a Legnano (professor Morelli), a Savona (Mantero), a Modena (Bonola e Bedeschi) ed a Brescia con Brunelli. Ma è solo da pochi giorni, dal 16 novembre, che sono state gettate le basi per un ritorno della chirurgia della mano anche in Italia come specialità autonoma seppur espressione della chirurgia plastica e dell'ortopedia». Questa specialità è stata per anni una cenerentola, al punto che ancora oggi non costituisce oggetto di insegnamento nelle università. Durante i tre anni di presidenza italiana della Federazione europea (Fessh) il professor Ceruso ha realizzato un libro bianco sullo stato dell'arte di quest'area della chirurgia. Si è inoltre ottenuto da parte degli organismi comunitari il riconoscimento ufficiale dell'attività della Federazione e dell'identità di questi specialisti. «Il 60 per cento dell'attività del chirurgo della mano ha per oggetto le forme croniche e degenerative come la sindrome del canale carpale (con tecnica endoscopica) l'artrosi trapezio metacarpica, il morbo di Dupuytren (trattato per via enzimatica si evita l’intervento). Il 30% è rappresentato dalle forme traumatiche, mentre il 10% dalle malformazioni congenite che vengono affrontate soprattutto in tre centri: uno a Milano (San Giuseppe Multimedica), uno a Savona (Rossello) ed uno a Genova, al Gaslini». Nel 2007 Pajardi ha fondato l'associazione La mano del bambino, una onlus che promuove lo studio e l'insegnamento delle tecniche chirurgiche e riabilitative.

Tra le attività della Società italiana di chirurgia della mano vi è la certificazione della qualità raggiunta dai 34 Centri italiani.«Speriamo - afferma Pajardi - che l'insegnamento di chirurgia della mano sia presto introdotto al quinto anno delle scuole di chirurgia plastica ed ortopedica: lo chiede a gran voce il futuro dei nostri giovani».

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