Milano - Il quotidiano della Cei torna all'attacco del direttore del Giornale. La affermazioni fatte ieri da Feltri, al momento di essere
sospeso dall’Ordine dei giornalisti per il caso Boffo, sono "di una gravità intollerabile" e "peccato" per gli uomini di governo che gli hanno tenuto bordone: è quanto si legge oggi, sul
quotidiano cattolico Avvenire, in un editoriale firmato dal direttore Marco Tarquinio.
Feltri aveva fatto ieri una battuta sul fatto che non godeva protezioni in quanto non era un prete
pedofilo. "Ieri - sottolinea l’articolo - sulla bocca di Feltri sono tornate sconcezze e oscene allusioni, anche
contro la Chiesa. E questo è di una gravità intollerabile". "Eppure Feltri dovrebbe averlo capito: il
tempo è un giudice morale inesorabile, esalta i galantuomini ed è inflessibile con gli spacciatori di
fango e di menzogne", prosegue l’editoriale firmato da Marco Tarquinio.
Sospensione "Peccato per gli uomini
politici e di governo che ieri sono stati così avventati da tenere bordone" a Feltri "finendo per
difendere la sua pretesa d’impunità e dimenticando che in questa storia l’unica vittima è stato
Boffo". "L’Ordine dei giornalisti milanesi avrebbe forse potuto evitare di sentenziare su un caso così
emblematico alla vigilia di una consultazione elettorale, ma nessuno può dire che questo giudizio
sia arrivato troppo presto", prosegue il giornale cattolico, osservando che se per il direttore del
Giornale "c’è ’solò una pesante sospensione" inflitta dall’Ordine dei giornalisti "e non una
definitiva radiazione dalla professione giornalistica, non è per le cortine fumogene, ma perchè in
qualche modo a dicembre provò in parte a rimediare al malfatto".
Feltri: "Non ho le protezioni di un prete pedofilo" "Avvenire è
libero di scrivere quel che crede, ci mancherebbe altro, io ho solo espresso le mie opinioni dopo la
sospensione che mi è stata data dall’Ordine del Giornalisti della Lombardia. Ho solo detto che non
godo delle protezioni avute da un prete pedofilo o dai giornalisti di sinistra, che si coprono l’un
l’altro. È un dato di fatto, e lo scrivono tutti i giornali, che sono accadute vicende che hanno
coinvolto sacerdoti riguardo la pedofilia. Qualcuno, non so chi, un vescovo, un cardinale, li avrà pur
dovuti coprire. Ecco, io ho solo voluto intendere che non godo di queste protezioni".
Le inesattezze di Repubblica Così Vittorio Feltri ha replicato all’editoriale di Avvenire, nel quale il
quotidiano accusa Feltri di aver detto ancora sconcezze.
Ritornando sulla sospensione inflittagli dall’Odg della Lombardia e a supporto della sua tesi di
non avere alcuna protezione, spiega: "ieri Repubblica dando conto della mia vicenda aveva scritto
che ero stato sanzionato anche per gli articoli su Gianfranco Fini: questo non è vero, come si è
visto dalle motivazioni della sentenza dell’Ordine. Ma c’è qualcuno che ha scritto qualcosa
sottolineando le inesattezze di Repubblica? Faccio un altro esempio: sulla vicenda Boffo ho fatto
controllare quella notizia dai miei giornalisti, la notizia è stata verificata e un inviato, Gabriele Villa,
ha scritto il pezzo. Bene, lui è stato soltanto censurato dall’ Ordine. Io che avevo scritto un
commento, sono stato invece sospeso".
Il caso Farina Il direttore de Il Giornale cita ancora un altro esempio, e parla del caso Farina: "sono stato
sanzionato anche per questo, ma voglio ricordare che quando Farina ha cominciato a scrivere su Libero, il direttore responsabile era Sallusti. E ancora una volta nessuno ha torto un capello a
Sallusti, mentre invece io mi sono beccato la sospensione. Mi chiedo qual è la ratio allora di
questo provvedimento. Dieci anni fa fui radiato dall’ ordine della Lombardia, poi sono stato assolto
dopo il ricorso all’ordine nazionale. E ancora una volta nessuno ha scritto un rigo su quella vicenda
che mi riguardava".
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