Automotive, il colosso cinese Byd prepara lo sbarco in Europa

Per la fine del 2025 la casa automobilistica Build your dreams inizierà la produzione in Ungheria, 6mila i posti di lavoro con l'indotto, quindi toccherà alla Turchia

Automotive, il colosso cinese Byd prepara lo sbarco in Europa
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Il colosso cinese Byd (Build your dreams) si prepara a diventare europeo a tutti gli effetti: per fine 2025 inizierà la produzione in Ungheria (6mila i posti di lavoro, indotto compreso), quindi toccherà alla Turchia. E i dazi sulle auto elettriche? «Per noi è un problema momentaneo; inoltre, al centro dei piani ci sono soprattutto modelli con la nostra tecnologia esclusiva ibrida dual mode intelligence e copriremo i vari segmenti, soprattutto quelli più bassi. È un’idiozia non andare incontro al mercato», commenta Alfredo Altavilla, l’ex top manager di Fca e presidente esecutivo di Ita, ora special advisor di Byd per l’Europa.
La presentazione del Suv elettrico Sealion 7, una delle tante novità che il 2025 riserverà al mercato europeo («nessun brand in Italia avrà questa potenza di fuoco in termini di lanci») ha dato lo spunto ad Altavilla per commentare la difficile situazione in cui si dibatte il settore automotive. «Il braccio di ferro in corso a Bruxelles sulle norme del green deal - precisa - vede, da una parte il realismo, e dall’altra, il mondo delle favole che sta portando ai licenziamenti. Il sistema delle multe sulle emissioni sta già distruggendo il mercato e a beneficiarne, in questa situazione di incertezza, è l’usato. Avanti così ci aspetta un futuro molto grigio»
Bocciati, poi, gli incentivi alla domanda che Altavilla definisce «una bestialità» nonché «una droga per il mercato». Le ragioni: «Gli ecobonus erogati dai governi - sottolinea il top manager di Byd - sono la scusa per l’Ue di non cambiare le leggi. Inoltre, una volta concessi, vedono il cliente non considerare più il listino originale di una vettura».
Le ultime in casa Stellantis. A una settimana dal siluramento di Carlos Tavares e dal ritorno dell’ex cfo Richard Palmer, come consulente speciale di John Elkann, ecco un altro «ripescaggio»: a Tim Kuniskis (ex Dodge e Ram) viene riaffidato il marchio Ram Trucks, centrale negli Usa.

Dal capo dell’Europa Allargata, Jean-Philippe Imparato, infine, la rassicurazione al ministro Adolfo Urso che al «tavolo automotive» del prossimo 17 dicembre presenterà «un piano industriale per stabilimento basato su cose concrete: nessuna chiusura e nessun abbandono dell’Italia».

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