Federcontribuenti: "Pressione fiscale alle stelle". E il consiglio dei ministri discuterà un ddl per incentivare le Pmi

Federcontribuenti ha posto l'accento sulla pressione fiscale e sulle tempistiche necessarie in Italia per dare corso agli adempimenti fiscali, decisamente superiori a quelle di altri Paesi europei. E nel prossimo Consiglio dei ministri sarà discusso un ddl che mira ad incentivare le Pmi

Federcontribuenti: "Pressione fiscale alle stelle". E il consiglio dei ministri discuterà un ddl per incentivare le Pmi

Pressione fiscale alle stelle, norme complesse e adempimenti fiscali che per essere completati richiedono il doppio del tempo necessario in Francia e il triplo di quello che serve mediamente in Irlanda. Queste le criticità sollevate da Federcontribuenti nelle scorse ore, per porre l'accento sulle difficoltà che imprenditori e professionisti trovano in materia fiscale e che secondo le associazioni di categoria rappresentano un ostacolo notevole. Un allarme al quale il governo Meloni sta mostrandosi attento e proprio nel Consiglio dei ministri fissato per il prossimo martedì sarà discusso un disegno di legge composto da 22 articoli che va nella direzione di incentivare le piccole e medie imprese, attraverso una serie di semplificazioni. Dalle ultime rilevazioni effettuate dalla Banca Mondiale infatti, il tempo necessario per dare corso agli adempimenti fiscali in Italia è in media di 238 ore l’anno, contro le 82 che si impiegano in Irlanda o le 139 necessarie in Francia.

E Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, si è focalizzato anche su questo "record negativo". "In ore lavorative, è come se un imprenditore o un professionista dovesse smettere di lavorare per un mese all’anno solo per dedicarsi agli adempimenti burocratici necessari per poter adempiere ai suoi obblighi fiscali - il suo commento, espresso in un comunicato firmato anche da Luciano Quarta, tributarista consulente dell'associazione - un "mostro" che ha generato oltre mille miliardi di debiti fiscali insoluti. Cifra della l'Agenzia della riscossione non riesce a recuperare più del 10%". Mille miliardi (900 dei quali fittizi, secondo Federcontribuenti) che gonfierebbero artificialmente il bilancio pubblico, penalizzando i contribuenti più diligenti.

''Un problema che non può essere liquidato sul presupposto della furbizia o dell’inclinazione degli italiani a non rispettare la legge. È un dato ormai assodato che il fisco italiano, per una vasta porzione di operatori economici non è sostenibile - hanno chiosato Paccagnella e Quarta - a questo tipo di problemi, le uniche risposte che la politica ha dato ai contribuenti riguardano una serie di provvedimenti volti a tamponare le emergenze o a fare cassa nel breve termine. O ancora, a limitare sempre più gli strumenti di tutela e di difesa nelle aule giudiziarie". L'associazione ha quindi richiesto un intervento risolutivo. E il ddl di semplificazione che andrà in discussione fra tre giorni mira nelle intenzioni del Consiglio dei ministri agevolare chi vuole fare impresa, oltre a prevedere una serie di agevolazioni volte al rilancio del mondo produttivo e alla quotazione in Borsa da parte di nuove Pmi. Vediamone i punti salienti.

Piccole e medie imprese, sale ad un miliardo di euro la soglia per emettere quote

Il disegno di legge prevede di innalzare dagli attuali 500 milioni di euro ad un miliardo la soglia massima di capitalizzazione che qualifica una Pmi emittente quote azionarie. La proposta introduce poi una serie di misure finalizzate tutte alla dematerializzazione delle quote di piccole e medie imprese, che consentiranno alle società costituite in forma di “Srl” di accedere (su base volontaria) al regime di dematerializzazione previsto dal Tuf. E di ridurre, di conseguenza, i costi e gli oneri amministrativi legati all’emissione e al trasferimento delle quote di tale tipologia di società. L'obiettivo ultimo del ddl resta quello di rispondere alle evoluzioni di mercato e consentire ad una platea più ampia di società di accedere ad una disciplina più proporzionata.

Il gestore di portafogli potrà votare in più assemblee

Un altro degli obiettivi finali del disegno di legge riguarda la semplificazione delle procedure burocratiche. Tra queste va segnalata la possibilità per il gestore di portafogli di avere una procura valida per più assemblee (e di conseguenza di poter votare in ognuna di esse). Altre misure di semplificazione riguardano Sicav e Sicaf in gestione esterna (cosiddette "eterogestite"): allo stato attuale queste società, pur non avendo alcun potere di gestione del patrimonio raccolto, sono considerate gestori autorizzati all’esercizio professionale della gestione collettiva del risparmio. E di conseguenza, sono assoggettate ai requisiti di idoneità degli esponenti aziendali o a quelli dei partecipanti al capitale. Il ddl interverrebbe sotto questo profilo per far sì che tali società non rientrino più tra i soggetti autorizzati alla gestione collettiva del risparmio.

Emissioni superiori al doppio del capitale sociale in termini di obbligazioni

Il disegno di legge va nella direzione di rivedere le regole per le sottoscrizioni di obbligazioni emesse da società per azioni e di titoli di debito emessi da società a responsabilità limitata. E superando il limite attuale, la proposta prevede per le società la possibilità di emettere obbligazioni per somma complessivamente eccedente al doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato.

Controparti qualificate, gli enti previdenziali saranno nuovi attori di mercato

Il ddl interviene anche sull'estensione della qualifica di "controparti qualificate", ovvero i clienti con i quali l’intermediario che presta i servizi di esecuzione di ordini per conto dei clienti, negoziazione per conto proprio, ricezione e trasmissione di ordini, può determinare o concludere operazioni senza essere tenuto (salvo diversi accordi) all’osservanza degli obblighi di cui alla MiFID. La proposta è di estendere la qualifica in oggetto anche agli enti previdenziali privati e privatizzati. Un modo per evitare agli enti e alle controparti con cui interagiscono le procedure e i costi legati alla necessità di vedersi riconosciuti come "clienti professionali su richiesta", alla quale non corrispondono effettivi benefici in termini di protezione e tutela.

Un occhio alla formazione scolastica: educazione finanziaria come educazione civica

Il ddl dà un occhio anche alla scuola: l'educazione finanziaria diventerà parte dei programmi scolastici già previsti per l’educazione civica. Sarà il ministro dell’Istruzione e del merito a indicare le linee guida per definire i programmi di educazione finanziaria d’intesa con Banca d’Italia e Consob (dopo una serie di confronti con le associazioni di categoria).

Nuove agevolazioni per favorire gli aumenti di capitale

Tra i propositi del disegno di legge, vi è anche quello di favorire gli aumenti di capitale. E proprio in quest'ottica, è stato previsto in via sperimentale (per due anni) un nuovo meccanismo che dà la possibilità di usufruire di quorum agevolati per l’approvazione delle delibere. Viene concessa una deroga alle società con azioni quotate in mercati regolamentati e con azioni negoziate in sistemi multilaterali, che potranno deliberare aumenti di capitale con l’esclusione del diritto di opzione nei limiti del 20% (e non del 10% come previsto dal regime ordinario). Novità infine anche per quanto concerne il quorum, visto che viene concessa una deroga ai due terzi previsti per la convocazione dell'assemblea chiamata a deliberare l'aumento.

Un'opportunità prevista in due casi: in caso di deliberazioni aventi ad oggetto aumenti di capitale con nuovi conferimenti e in caso di deliberazioni finalizzate ad attribuire agli amministratori la possibilità di aumenti multipli in un quinquennio.

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