Innovazione "germoglio" del settore tabacchicolo

Lo studio di Divulga promuove l’asse Coldiretti-Philip Morris Italia: "Aziende molto più ottimiste sul futuro"

Innovazione "germoglio" del settore tabacchicolo

Contenuto redatto in collaborazione con Philip Morris Italia

Abilita il cambiamento e fa germogliare il futuro. Favorisce la crescita e promuove allo stesso tempo la sostenibilità. Nella filiera agroalimentare l’innovazione è davvero la chiave di volta. Lo si nota in particolare nel settore tabacchicolo, all'interno del quale il nostro Paese detiene il primato di maggior produttore a livello Ue, con oltre un terzo della produzione complessiva. In questo contesto, c’è un approccio che rappresenta un punto di riferimento per la capacità di innovare, supportando lo sviluppo, la transizione digitale e quella eco-energetica. Si tratta del modello di filiera verticalmente integrata tra Philip Morris Italia e Coldiretti, avviato nel 2011 e recentemente rinnovato per i prossimi cinque anni. Mettendo al centro l’innovazione e la sostenibilità, il progetto ha rinvigorito l’ottimismo nel futuro tra i produttori agricoli, che si sentono così parte di un sistema produttivo all’altezza delle sfide moderne.

Ad attestarlo è stato anche un rapporto realizzato dal Centro Studi Divulga con la collaborazione di Philip Morris Italia e intitolato, non a caso, «L’innovazione come volano di sviluppo per il settore tabacchicolo italiano». È emerso difatti proprio questo: le aziende che guardano al futuro in chiave positiva e che aderiscono all’accordo sono il doppio delle non aderenti (28,9 per cento le prime, 12,5 per cento le seconde). «I risultati dello studio evidenziano come l’innovazione sia ormai un fattore di competitività sempre più necessario per il settore agricolo. Il modello di filiera tabacchicolo Coldiretti-Philip Morris mostra un posizionamento nei confronti dell’innovazione di primo piano, migliore rispetto al resto dell’agricoltura nel suo complesso. Questo consente a tutti gli attori economici della filiera di poter beneficiare di una serie di meccanismi di facilitazione e incentivanti, volti allo sviluppo dell’innovazione», ha dichiarato Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e Presidente di Ont Italia.

E ancora: «Sostegno ai percorsi di formazione e allo sviluppo di nuove conoscenze, sperimentazione, introduzioni di innovazioni digitali e in favore della transizione eco-energetica, cooperazione, co-creazione di beni e servizi sono le parole chiavi che la filiera integrata del tabacco già da anni mette in campo a supporto dei processi di innovazione dei nostri agricoltori». L’auspicio formulato è chiaramente quello che le politiche agricole europee e regionali possano supportare sempre più questi meccanismi di introduzione e sostegno dell’innovazione, puntando soprattutto su quei sistemi di filiera organizzati che «più di altri sono in grado di generare risultati efficienti ed in linea con le attese».

Un altro dato di interesse registrato dal Centro Studi Divulga è proprio quello relativo all’innovazione come fattore abilitante per la sostenibilità. Il 92 per cento delle aziende parte dell’accordo Coldiretti-Philip Morris Italia ritiene infatti che sia possibile mettere in atto percorsi legati alla sostenibilità, contro il 38 per cento di quelle non aderenti, confermando come la partnership di filiera sia uno strumento che facilita la programmazione di lungo periodo e generare investimenti anche per la sostenibilità ambientale e sociale. Proprio su questi ultimi obiettivi, Philip Morris ha scelto un approccio che punta alla tutela della terra e di chi la lavora. Tutti i fornitori della multinazionale in ambito agricolo sono infatti vincolati contrattualmente alla sottoscrizione e implementazione delle Buone Pratiche Agricole (Good Agricoltural Practices), in base alle quali vengono valutati i processi di coltivazione e identificate eventuali opportunità di cambiamento, e al rispetto del Codice Alp (Agricultural Labor Practices), che riporta previsioni finalizzate alla creazione di condizioni di lavoro eque e sicure. Al fine di garantire il rispetto e l’applicazione di quanto previsto dal suddetto Codice, i coltivatori sono destinatari di apposite sessioni formative e sono soggetti a periodiche visite di verifica nei campi da parte di squadre specializzate.

Inoltre, il nuovo rapporto Divulga, presentato nei giorni scorsi a Palazzo Donini a Perugia, conferma l’importanza di attuare percorsi volti alla digitalizzazione, alla formazione e alla ricerca continua di innovazione all’interno del comparto tabacchicolo. Di questa missione è protagonista Philip Morris, come ha sottolineato Cesare Trippella, Head of Leaf EU di Philip Morris International. «Da oltre vent’anni sosteniamo più di mille imprese tabacchicole italiane nello sviluppo di un modello innovativo di coltivazione del tabacco privo di intermediazioni. Con investimenti complessivi che nel 2027 arriveranno a circa 2 miliardi e mezzo di euro, questo modello di filiera, sviluppato grazie agli accordi con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, ha garantito prevedibilità commerciale, sostenibilità di lungo periodo e competitività alla filiera, salvaguardando l’occupazione di oltre 22mila persone nel comparto», ha osservato Trippella.

Il manager della multinazionale ha inoltre raccontato come, attraverso l’iniziativa «Be Leaf: Be The Future», siano state coinvolte start-up e piccole-medie imprese italiane e internazionali per trovare ulteriori soluzioni innovative, «con l’obiettivo di accrescere efficienza e sostenibilità della filiera del tabacco». Con riferimento al futuro e allo sviluppo di sempre nuove competenze in ambito produttivo, Philip Morris Italia ha anche lanciato ulteriori progetti dedicati alla filiera agricola. Tra questi si distingue il «Digital Farmer», un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Cesar, Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale, e con l’Università di Perugia, per rendere la filiera tabacchicola sempre più sostenibile e innovativa e supportare i coltivatori nel percorso di transizione eco-energetica e digitale.

Si tratta di un percorso formativo rivolto in particolare ai giovani coltivatori, che intende favorire il miglioramento delle competenze tecniche e imprenditoriali, agevolando l’adozione di tecnologie all’avanguardia nel campo dell’agricoltura di precisione. Così, per chi coltiva tabacco italiano, innovare equivale a crescere.

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