"Stati generali e riforma del territorio, così cambia l'Agenzia delle dogane e dei monopoli"

A fine giugno a Roma si terrà la prima edizione degli Stati Generali dell'Agenzia, promossa dal suo direttore, Roberto Alesse: "Raccoglieremo stimoli per crescere e per rendere il lavoro dell’Agenzia ancora più efficiente nell’affrontare le sfide sempre nuove di un mondo globalizzato incontrando imprenditori, istituzioni e università"

"Stati generali e riforma del territorio, così cambia l'Agenzia delle dogane e dei monopoli"

A fine giugno l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ospiterà a Roma, a Palazzo Wedekind, la prima edizione degli Stati Generali, un evento che Lei stesso ha promosso. A quale scopo?

"Quello di creare un’occasione istituzionale di incontro e di ascolto aperta a rappresentanti di imprenditoria, istituzioni pubbliche e mondo accademico. Gli Stati Generali dovranno diventare un appuntamento costante con tutti i soggetti che sono professionalmente coinvolti nella sterminata attività dell’Agenzia, con l’obiettivo di raccogliere idee, proposte, spunti di riflessione, stimoli per crescere e per rendere il lavoro dell’Agenzia ancora più efficiente nell’affrontare le sfide sempre nuove di un mondo globalizzato, ad alto sviluppo tecnologico e segnato da gravi crisi geopolitiche".

Si discuterà di temi di grande attualità. Qualche anticipazione?
"Non mancherà una sessione dedicata alla riforma della governance dell’Unione doganale, necessaria per un mercato unico più sicuro e competitivo. Un’Europa più forte è possibile solo se l’Unione si comporta come un’entità unica, e non come la sommatoria di tanti piccoli Stati, adottando un approccio più moderno a sostegno del mondo produttivo che ha bisogno di procedure più snelle e di controlli severi, ma più mirati e razionali. Uno spazio sarà dedicato ai carburanti e, in vista della prossima transizione energetica, anche ai biocarburanti. Si affronteranno, poi, argomenti caldi come quelli relativi al settore dei giochi pubblici e dei tabacchi, alla ricerca di un punto di equilibrio che va trovato tra il fondamentale diritto alla tutela della salute e l’interesse dello Stato a veicolare all’Erario le entrate derivanti da attività condotte in modo lecito".

Un’altra novità della Sua direzione è la Riforma del territorio. Dopo 12 anni di attendismo, con Lei è partita la riorganizzazione degli uffici a livello locale. In cosa consisterà?
"Nell’unificazione degli uffici, quelli dei Monopoli e quelli delle Dogane, che, sino ad oggi, erano rimasti separati. L’obiettivo è quello di riuscire a fondere, a livello di competenze, due “mondi” completamente diversi tra loro, che hanno necessità di offrire ai cittadini un servizio integrato e performante. Una riforma storica".

Dopo Veneto, Lombardia, Sicilia e Calabria, proseguirà le sue visite nei diversi uffici territoriali. Ha sentito il dovere di uscire dalle stanze romane per conoscere da vicino una realtà vasta e diversificata. Di cosa è soddisfatto e cosa cambierebbe?
"Il vero volto dell’Agenzia sono le direzioni territoriali. È sul territorio che si giocano gli interessi macroeconomici a garanzia della legalità. Quando giro l’Italia rimango sempre colpito dall’orgoglio dei dipendenti, di ogni grado e funzione, di appartenere a una grande Amministrazione finanziaria che rappresenta il cuore dello Stato centrale. Vede, l’ADM è davvero un’impressionante holding pubblica".

Sotto la Sua direzione l’ADM ha spalancato le porte a tanti giovani assunti di recente. Nuove prove concorsuali si stanno svolgendo. Ma non si vuole fermare qui e ha chiesto al viceministro Leo un piano di assunzioni straordinario che ne aumenti la pianta organica. Perché?
"Quando si gestisce la pubblica amministrazione ci sono due parole “magiche” da tenere a mente: assunzioni e formazione. Non si può prescindere da questi aspetti. Dobbiamo assumere giovani specializzati e pagarli meglio. La formazione è vitale, poi, per mantenere professionalmente “vive” le persone e invogliarle a una maggior comprensione di come evolve il sapere d’ufficio".

L’ADM ha una ragguardevole proiezione internazionale e Lei è uno dei maggiori sostenitori di un’Autorità doganale unica a livello europeo. Quali benefici comporterebbe?
"Da europeista convinto ritengo sia necessario che l’Unione europea diventi un’autentica comunità economica e commerciale. L’Autorità doganale unica, con una sola centrale dei rischi in materia antifrode, sarebbe un ulteriore passo in avanti in questa direzione".

La definiscono rigoroso, pragmatico, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Quali sono le prossime sfide che si pone alla guida di quest’Agenzia?
"Vengo da un lungo e variegato percorso istituzionale. Lavorare per il bene del Paese mi inorgoglisce, la considero una missione che anima le mie giornate. Vorrei rendere quest’amministrazione più giovane e moderna, capace di vincere le sfide del futuro. Mi piacerebbe essere ricordato come un innovatore, un direttore con il coraggio di rompere gli schemi, mettendo ordine alla macchina amministrativa".

Il suo curriculum racconta l’impegno di un uomo di Stato, che ha iniziato giovanissimo la sua ascesa nei Palazzi che contano.

Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole mettersi al servizio della PA per arrivare a rivestire ruoli di alto profilo?
"Il mio consiglio è quello di studiare tanto, di capire bene, da un punto di vista politico e giuridico, come funzionano le istituzioni, interrogandosi se si ha o meno un’autentica passione nel servire la causa dello Stato nell’interesse della collettività. Quello Stato di diritto senza il quale non c’è giustizia sociale, né progresso né libertà".

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