
Primi possibili ostacoli per Il colosso cinese Byd che si prepara a diventare «europeo» attraverso l'impianto produttivo in Ungheria, al via da ottobre. Il Financial Times parla di indagini preliminari avviate dalla Commissione Ue allo scopo di accertare l’esistenza di sussidi del governo di Pechino a beneficio dello stabilimento.
Notizie, però, che non troverebbero riscontri ufficiali da parte dei diretti interessati: Byd e i due governi. E se si trattasse di pressioni da parte di concorrenti occidentali allo scopo di indurre Bruxelles a vederci chiaro? Nessun commento da Byd. Da tenere in considerazione è comunque il fatto che la fabbrica ungherese darà lavoro alla filiera automotive europea in forte sofferenza, soprattutto quella tedesca e quella italiana.
Pirelli, Brembo e Prima Industrie, in proposito, rappresentano tre delle ventidue aziende che Byd ha già nel suo radar fornitori a livello internazionale, mentre altre imprese della Penisola saranno presto coinvolte dopo la selezione avviata il mese scorso a Torino.
A questo punto, un eventuale accanimento di Bruxelles su Byd, attraverso penalizzazioni, si potrebbe ripercuotere negativamente sui programmi di compartecipazione allo sviluppo europeo da parte di filiere del Vecchio continente, in particolare quella italiana.
Dunque, l'Ungheria già nel 2025, nella regione di Seghedino, quindi la Turchia a marzo 2026. E il terzo impianto previsto da Byd in Europa? «Sarà difficile localizzare una nostra fabbrica in Paesi che non sono friendly nei confronti delle auto cinesi e l’Italia ha votato a favore dei dazi. Certo, tutto può però ancora cambiare. Secondo me sarebbe auspicabile trovare modi di collaborazione tra player cinesi ed europei», ha spiegato Alfredo Altavilla, special advisor per l'Europa al recente #ForumAutoMotive di Milano, sulla possibilità che venga localizzato in Italia il terzo sito del colosso cinese.
Dal top manager ex Fiat ed ex Fca anche un commento sul grande caos generato dal Green Deal e dalle successive enunciazioni. «È stata una decisione sbagliata - ha puntualizzato - che complica il percorso di transizione. Insistere sull’obbligo del tutto elettrico al 2035? Impossibile da raggiungere; l’estensione almeno all’ibrido plug-in è necessaria.
La sospensione delle multe? Non ha alcun senso e aumenta le incertezze dell’industria e del consumatore che rinvia l’acquisto e frena il mercato. Byd ha pianificato in Cina la costruzione di un network di ricarica proprietario. Valuteremo se fare lo stesso anche in Europa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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