Spese militari, la corsa di Gran Bretagna, Francia e Germania a investire in armamenti

Perché il business della Difesa può risollevare l’economia europea

Spese militari, la corsa di Gran Bretagna, Francia e Germania a investire in armamenti
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Mentre il Regno Unito proporrà ai vertici di Bruxelles la creazione di un fondo comune paneuropeo destinato a finanziare un incremento delle spese militari, nel Vecchio Continente si segue la solita regola: ognun per sé e Dio per tutti. Anche quando si parla di industria bellica. Anzi, soprattutto. Perché il business della Difesa può contribuire a risollevare l’economia. L’occasione è data proprio dal dibattito nella Ue sull'incremento della spesa militare e dal pressing degli Stati Uniti affinché gli alleati della Nato alzino il loro contributo al 5% del Pil.

Non è dunque un caso se la tedesca Rheinmetall, il più grande produttore di munizioni d'Europa, sta progettando di riadattare due impianti automotive in Germania alla produzione di attrezzature per la difesa. Il progetto, secondo quanto riporta Reuters, interesserà le fabbriche di Berlino e Neuss. I due siti appartengono alla divisione Power Systems, che realizza prodotti per l'industria automobilistica ed energetica e che al momento sta risentendo della crisi globale del settore automotive.

Gli impianti non produrrebbero esplosivi, bensì dispositivi di protezione e meccanici per uso militare. Entrambe le fabbriche passerebbero sotto la divisione Armi e Munizioni di Rheinmetall e avrebbero una funzione ibrida, producendo attrezzature per la difesa e al contempo una parte della componentistica automotive. Tutto questo avviene mentre la Germania ha da poco chiuso la tornata elettorale con la vittoria del leader della Cdu, Friedrich Merz, che secondo indiscrezioni di stampa sarebbe già impegnato in colloqui con il partito socialdemocratico per approvare rapidamente un pacchetto di spesa speciale per la difesa pari a 200 miliardi di euro, prima di finalizzare un accordo di coalizione.

Ma a muoversi sono anche i francesi. Lunedì 24 febbraio Emmanuel Macron ha discusso della difesa dell’Ucraina con Donald Trump alla Casa Bianca. E ne ha approfittato anche per presentare il suo piano per la sicurezza europea. La Francia, secondo indiscrezioni del Telegraph, sarebbe infatti pronta a usare il suo deterrente nucleare per aiutare a proteggere il continente. I jet da combattimento che trasportano armi nucleari potrebbero essere schierati in Germania mentre gli Stati Uniti minacciano di ritirare le proprie forze dal continente. Macron avrebbe parlato di questo piano con Merz prima di volare a Washington.

Venerdì scorso il futuro cancelliere tedesco ha detto che Parigi e Londra dovrebbero discutere "se la loro protezione nucleare potrebbe essere estesa anche a noi" prima di avvertire domenica che gli Stati Uniti sotto Trump erano ora "indifferenti al destino dell'Europa". Il deterrente nucleare della Francia è attualmente indipendente dalla NATO, mentre quello della Gran Bretagna costituisce una parte fondamentale della strategia di difesa dell'alleanza.

L’arsenale francese contiene circa 300 armi nucleari, nell'ambito del suo programma "force de dissuasion", con capacità di lancio via mare e via aria. Il deterrente nucleare Trident della Gran Bretagna è costituito da quattro sottomarini di classe Vanguard che possono trasportare fino a 16 testate ciascuno.

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