Tesla manca l’obiettivo e crolla in Borsa

Nel trimestre consegnate meno di 390mila vetture. E Xiaomi ora vale più di GM e Ford

Tesla manca l’obiettivo e crolla in Borsa
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Auto elettrica a due facce in Borsa. Tesla nel primo trimestre ha effettuato consegne inferiori alle stime e ieri il titolo ha perso il 6,3% a 153,7 dollari. Nei primi novanta giorni del 2024 sono state consegnate 386.810 vetture (-8,5% annuo) a fronte di una produzione di 433.371 veicoli (-1,7%). Gli analisti prevedevano per il primo trimestre circa 443mila unità. Il calo dei volumi è stato in parte dovuto alle prime fasi della produzione della Model 3 Highland, il restyling per il 2024, e agli stop obbligati a causa dei venti di guerra nel Mar Rosso e all’incendio doloso alla gigafactory di Berlino.
"Elon Musk deve invertire la rotta e ribaltare la performance; altrimenti si prospettano giorni bui che potrebbero mettere all’angolo Tesla nel lungo termine", ha osservato Dan Ives, analista di Wedbush che stima un calo del 3% del produttore americano sul mercato cinese. Va detto che anche il 2023 aveva fornito qualche avvisaglia sull’inversione di tendenza con un calo del 23% dell’utile a 10,8 miliardi di dollari. E mentre Tesla è in difficoltà, la cinese Xiaomi corre in Borsa sulla scia della presentazione della scorsa settimana del suo primo veicolo elettrico sportivo SU7. Lo show dell’azienda specializzata nell’elettronica di consumo ha suscitato forte interesse da parte del mercato. Venerdì scorso la società ha dichiarato di aver ricevuto 88.898 preordini per l’auto nelle prime 24 ore di vendita: un numero che, considerando la capacità produttiva iniziale annua di 150mila vetture, indica l’esaurimento degli ordini per l’anno in corso. Ieri alla Borsa di Hong Kong il titolo Xiaomi ha segnato un rialzo del 9% dopo un picco intraday del 16%. La capitalizzazione di Borsa ha superato pertanto 52 miliardi di dollari americani, attestandosi su un livello lievemente superiore a quello dei colossi dell’auto a motore termico come General Motors e Ford. Secondo gli analisti, l’esperienza nel campo degli smartphone costituisce un vantaggio competitivo per quanto riguarda l’elettronica di bordo.

Xiaomi stima che l’avviamento della produzione automobilistica comporterà una perdita che Citi prevede nell’ordine di 570 milioni di dollari. Il prezzo del SU7 in Cina sarebbe stato studiato per essere più basso di circa 4.100 dollari di quello della Tesla Model 3, scendendo sotto la soglia psicologica di 30mila dollari.

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